La Francia contro la fast fashion

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L’Assemblea nazionale francese ha approvato una norma che prevede multe nei confronti dei rivenditori di fast fashion, a partire dal gruppo di Singapore (ma fondato in Cina) Shein. Lo riferisce Nikkei Asia. Shein e altri rivenditori, per lo più asiatici, si trovano ad affrontare una sanzione fino a 10 euro per ogni articolo venduto in Francia entro il 2030 e un limite alla pubblicità nel paese.

Il disegno di legge, ampiamente sostenuto e che deve ancora essere approvato dalla camera alta del Parlamento, propone anche di vietare la pubblicità delle aziende di moda “effimere”. Prima del voto della Francia, il Parlamento europeo ha adottato mercoledì una proposta che richiederà ai produttori che vendono prodotti tessili nel blocco di coprire i costi di raccolta, smistamento e riciclaggio degli stessi, in un passo verso un’industria tessile più sostenibile.

Durante la sessione parlamentare di giovedì a Parigi, il ministro della Transizione ecologica Christophe Bechu ha dichiarato che il governo vuole vietare le esportazioni di rifiuti tessili, che finiscono principalmente nei paesi africani.

Ma a dimostrazione del fatto che i legislatori francesi mirano anche a proteggere l’industria tessile nazionale e la vendita al dettaglio con questo disegno di legge, ha affermato: “Il sacrificio della nostra industria tessile è finito”. Un portavoce di Shein ha dichiarato a Nikkei Asia dopo il dibattito parlamentare che il disegno di legge “penalizzerà in modo sproporzionato i consumatori più attenti ai costi”.

I legislatori francesi calcolano che Shein lancia circa 7.200 nuovi prodotti ogni giorno. L’imposizione della sanzione aiuterà anche a ridurre il divario tra i rivenditori di moda tradizionali e aziende del calibro di Shein.