La “grande” fuga

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Perché in molti scappano dal M5s? Dove sta il problema? È colpa di Di Maio? Della sua gestione? O c’è dell’altro? Ma le domande non possono fermarsi a questo, ce ne dovremmo fare anche altre, ad esempio perché dagli altri partiti, nessuno ha chiesto di entrare nel movimento? E non intendo ora, ma in passato, quando eravamo al 33%? Eppure, l’italiano è un maestro nel “salto sul carro del vincitore”. Stare nel Movimento non è facile, ci sono regole che nessun altro partito ha: due mandati e poi non si può essere più eletti, ci sono le restituzioni, non si può votare contro ad un documento sottoposto alla fiducia…insomma regole ferree, che se da un lato hanno fatto grande il movimento, oggi si stanno rivelando in alcuni casi un boomerang. Le regole sono giuste, sbagliate? Il problema non è questo, anche perché ogni eletto le conosceva e le ha sottoscritte, il problema è un altro e cioè: siamo realmente pronti a quelle regole? Magari a parole lo siamo, ma nei fatti no e lo dimostrano i tanti “Schettino” che abbandonano la nave…non ti piacciono le regole che hai sottoscritto? Allora dimettiti, ma nessuno lo fa, chi passa al misto, chi in altri partiti…ma ce ne fosse uno che si dimette…altri invece puntano il dito su Di Maio, sulla sua gestione del movimento, a chi non piace l’alleanza con il PD, a chi non piaceva quella con la Lega, ma quelle decisioni, non le ha prese Di Maio, le hanno prese gli iscritti su Rousseau, sarebbe interessante sapere cosa hanno votato gli “scappati” rispetto certe scelte…avremmo un bel po di sorprese…qualcuno diceva che la democrazia è la cosa più bella che possa esistere…fin quando la pensiamo come la maggioranza…le cose cambiano però quando siamo in minoranza, perché in questo caso allora, la democrazia fa schifo. Il 33% che nel 2018 votò M5s, non votò delle persone, votò un pensiero, un modo di vedere la politica diverso, un modo diverso di fare politica e poco contavano i nomi, quello che votò fu un ideale e gli scappati lo sanno bene, sanno che il loro nome è nulla e che se si tornasse a votare ora, almeno la metà di loro non verrebbe rieletto, nessuno degli “scappati” tranne qualche mosca bianca ha un bacino elettorale proprio, cosa fare allora? Si cerca un altro carro, si cerca qualcuno che possa garantire un futuro politico, ma il futuro politico non te lo garantisce un ideale, te lo garantisce un posto certo…e allora che si fa? Si organizza la “grande” fuga e come in ogni piano di fuga, si organizza tutto nei minimi dettagli…si pianifica, si trovano le giuste motivazioni…guardandosi bene però di rimanere fedeli a quelle regole che si erano sottoscritte al momento dell’elezione: “se non ti piace più il M5s, ti di metti e la volta successiva ti candidi in un altro partito”. Di Maio è un bravo capo politico? Si, no, boh… È tutta colpa sua? Ricordo agli “scappati” che Di Maio è stato eletto tramite una votazione su Rousseau e non per grazia ricevuta, per cui che vi o ci piaccia o no, queste sono le regole della democrazia…che per gli “scappati” “era” la cosa più bella che esista…fin quando però erano sul carro del vincitore.

Massimo Erbetti