LA GUERRA SULLE AUTOSTRADE

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Se la lobby delle autostrade avesse una coscienza si sarebbe levata di torno da sola dopo la tragedia di Genova. Dopo 43 morti, dopo decenni di pedaggi alle stelle con una rete autostradale pericolante. Ma le lobby non hanno una coscienza, hanno solo interessi. La lobby delle autostrade non vuole mollare l’osso, non vuole rispondere del suo fallimento industriale, non vuole rispondere delle sue responsabilità morali. Vuole un privilegio che l’Italia ha sempre concesso ai ricchi e ai potenti, quello di farla franca. La lobby delle autostrade vorrebbe che la politica si dimentichi di quanto successo a Genova e giri la testa dall’altra parte, vorrebbe che lo Stato si pieghi al suo potere e che si schieri coi suoi interessi invece che con quelli dei cittadini. Del resto è stato questo l’andazzo degli ultimi decenni. Con le lobby che sin son comprate la politica e l’informazione e hanno piegato lo Stato ai propri bisogni. Quando poi le cose si son messe male, ci ha pensato una giustizia tarata su misura a garantirgli l’impunità. Una giustizia ferrea coi poveri cristi e molle con quelli in doppiopetto e le tasche piene di grana. Interminabili vie crucis processuali che hanno sempre finito per crocifiggere la verità e la giustizia e a volte perfino la decenza. È questo l’andazzo degli ultimi decenni e guai a chi si mette strane idee in testa. Le lobby si son comprate la politica e l’informazione riducendo i cittadini ad utili idioti da farcire di fake news. In modo che tengano la testa bassa e si convincano che alternative non ve ne sono. È questo l’andazzo degli ultimi decenni. Quando è crollato il ponte di Genova la lobby delle autostrade non ha neanche chiesto scusa. Si è chiusa a riccio, sicura che passata la tempesta l’abbuffata sarebbe serenamente ripresa. Coi giornali amici a nascondere la sporcizia e i politicanti amici a fargli da sponda nei palazzi. Ma questa volta qualcosa è andato storto. Colpa del 4 marzo, colpa di quel Movimento di scappati di casa che ha vinto le elezioni. Un Movimento di cittadini che non è comprabile, che non è ricattabile e che dopo il crollo si è schierato apertamente dalla parte delle vittime pretendendo addirittura che la lobby delle autostrade paghi il suo fallimento levandosi di torno. Non si era mai visto. Un tarlo nel sistema. Ma quel Movimento di scappati di casa non ha la maggioranza assoluta. Col Conte 1 ci ha pensato la Lega a salvare la lobby delle autostrade. Col Conte 2 sperano nel Pd e magari in Renzi che non vede l’ora. Come successo con la TAV. Gli avanzi del vecchio regime che si coalizzano schierandosi dalla parte delle lobby con cui si sono sempre spartiti il paese. Tra breve il ponte di Genova verrà inaugurato e la decisione sulla caducazione delle concessioni è vicina. La lobby delle autostrade sbotta nervosa contro quei maledetti scappati di casa del Movimento. Scalpita e ricatta più arrogante che mai. Una guerra vile e dall’esito non affatto scontato. Sarebbe stato tutto più facile se le lobby delle autostrade avesse una coscienza. Sarebbe stato tutto più facile se i vecchi partiti volessero andare oltre l’andazzo degli ultimi decenni.                                             di Tommaso Merlo