La lezione sovranista di Trump

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Trump se la sta giocando fino alla fine. Altro che tonfo epocale. Una lezione per tutti noi. Il sovranismo è molto più radicato di quello che sembra perchè è legato al modo di concepire se stessi e il mondo. Il sovranista non si aspetta dal suo sovrano la verità. Trump è un mentitore seriale svergognato una marea di volte. Eppure lo votano lo stesso. Il sovranista non si aspetta dal suo sovrano capacità gestionale. Con la pandemia Trump ha dimostrato un’incompetenza allucinante che ha causato decine di migliaia di morti. Eppure lo votano lo stesso. Ottusità, miopia e una mancanza di empatia agghiacciante. Eppure lo votano lo stesso. Il sovranista non si aspetta dal suo sovrano onestà. La carriera di Trump è costellata di scandali e solo nelle ultime settimane è venuto a galla di tutto. Dai legami opachi con Putin al conto corrente in Cina. Con libri di parenti ed ex collaboratori che descrivono una personalità profondamente disturbata. Eppure lo votano lo stesso. Questo perché il sovranista ha una cosa sola in testa. Il proprio orticello egoistico. I propri affari, la propria tribù, la propria identità, i propri credo. Il sovranista vuole un sovrano che difenda tutto quello. Punto. Tutto il resto è secondario. Tutto. Anche che il sovrano sia un incapace e scorbutico ciarlatano. Il sovranista vuole un sovrano che costruisca muri per proteggerlo da un mondo ostile, per proteggerlo da un cambiamento globale che teme e rigetta. Un sovrano che gli lasci indossare i propri paraocchi in santa pace, che tenga alla larga ogni destabilizzante diversità, che semplifichi la complessità, che conforti il suo bigottismo e che lo sollevi da qualsiasi responsabilità che vada oltre al proprio orticello egoistico. Punto. E Trump è perfetto. Perché Trump è uno di loro. È uno che insegue i suoi egoistici sogni di gloria e garantisce ai suoi fans di fare altrettanto. E più quel sovrano incarna anche con gli atteggiamenti e le fattezze certe derive, più piace. Arroganza, sfacciataggine, superficialità. Evviva. I sovranisti alla Trump sono infatti i paladini del politically uncorrect, dell’insofferenza verso le regole e le prassi istituzionali. Trump ha raccolto milioni di voti non indossando la mascherina e uscendo dall’ospedale ancora infetto. Ha raccolto milioni di voti sbandierando il suo apprezzatissimo menefreghismo. Egoismo individuale che diventa tribale che diventa nazionale. Trump è uscito dagli accordi sul clima in piena emergenza ambientale, è uscito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in piena pandemia, ha imposto dazi ai suoi alleati europei ed ingaggiato una dura guerra commerciale con la Cina che ha destabilizzato il pianeta. Tutto perfettamente coerente. L’unica cosa che conta è la difesa del proprio orticello egoistico. Industriale, nazionale, politico. Ma non solo. I sovranisti alla Trump hanno un disperato bisogno di nemici su cui scaricare i propri fallimenti e con cui alimentare una tensione permanente che ricompatti le proprie truppe. Il sovranismo isola e divide. Persone, categorie, paesi. E poi li mette gli uni contro gli altri allo scopo di lucrarci sopra politicamente. Dopo l’assassinio atroce di George Floyd che ha scatenato l’imponente movimento Black lives matter, Trump ha tenuto testardamente posizioni ambigue. Come se fossero tutti dei saccheggiatori, mandando i marines per le strade, strizzando l’occhio a gruppi estremisti e milizie razziste e facendo sgomberare la chiesetta davanti alla Casa Bianca coi lacrimogeni per farsi una foto con una bibbia in mano. Benzina sul fuoco, propaganda permanente. Lacerazione della società, odio. Da quando si è insediato alla Casa Bianca il sovranismo trumpiano ha fatto danni enormi agli Stati Uniti e al mondo intero. Al punto che tutti davano per scontato la fine dell’era Trump e i sondaggi prevedevano un tonfo epocale. Anche perché Trump ha da sempre contro tutti i principali giornali e network televisivi e anche gran parte dei titani economici incluso quelli social di ultima generazione. Biden era poi appoggiato anche da fette dell’establishment repubblicano tra cui l’ex presidente Bush ed aveva a disposizione molti più soldi per la campagna elettorale. Eppure Trump se la sta giocando fino alla fine. Questo a dimostrazione di come il consenso oggi faccia altri giri, più orizzontali. Questo a dimostrazione di come per fermare il sovranismo non servono minestre riscaldate ma un progetto politico fresco che proponga un’idea di mondo alternativa all’egofascismo. Un progetto che solo le nuove generazione figlie di questo complesso paradigma possono esprimere. Questo a dimostrazione di come il sovranismo sia molto più radicato di quello che appare. Non solo una retrograda e fallimentare sbandata politica ma anche una concreta conseguenza di una deriva culturale profondamente egoistica che sta divorando la nostra civiltà occidentale. Una deriva che ha a che fare col modo di concepire se stessi e il mondo. Già, altro che tonfo. Trump se la sta giocando fino alla fine. Una lezione per tutti noi.                                (Tommaso Merlo)