La neve artificiale alle Olimpiadi è made in Italy: a Pechino di “invernali”

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Basta voltarsi verso le colline o le montagne vicine alle piste per capire che la neve non è neve.

O meglio non è lo scenario che si potrebbe immaginare parlando con qualcuno di Olimpiadi invernali. Nulla di nuovo per gli atleti che ogni quattro anni si spostano in capo al mondo per affermarsi nella propria disciplina. La mancanza di una risorsa essenziale, l’incognita neve, oramai non scoraggia nemmeno gli organizzatori né il Paese ospitante, che pur di accogliere l’evento internazionale farebbero l’impossibile.

 
L’innevamento delle piste a Zhangjiakou

Non ultimo è il caso della Cina riuscita a strappare ad Almaty, città del al Kazakistan alle pendici dei monti Trans-Ili Alatau, l’edizione 2022 consolidando il ruolo di Pechino – prima città ad avere ospitato i Giochi Olimpici estivi, nel 2008, e le Olimpiadi Invernali. Riuscendo, tra l’altro, a riciclare gli impianti.