LA NUOVA RETE UNICA DEVE ESSERE IN MANI ITALIANE

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La rete unica in fibra rappresenta un asset strategico del nostro Paese ed è di vitale importanza che resti sotto il nostro controllo. Non deve assolutamente finire in mani straniere, come quelle francesi, che attraverso Vivendi posseggono le quote di controllo in TIM.
Sapete che sono abbastanza critico col nuovo governo ma bisogna dare atto che su questo punto ha tutto il mio supporto. Infatti, stando a quanto riferito dal ministro Colao il nuovo Governo sembrerebbe finalmente intenzionato a dare un ruolo centrale a Cassa Depositi e Prestiti, archiviando quanto si andava prospettando con lo scorso governo che (ad eccezzione di una sola voce a 5 stelle) immaginava una rete unica sotto il controllo di TIM.
Come si sa infatti primo azionista di TIM è la società francese Vivendi con il 24% delle quote, e stando al precedente accordo tra CDP e TIM, quest’ultima avrebbe dovuto mantenere almeno il 50,1% nella nuova società nascente dalla fusione tra Fibercop (detenuta al 58% da TIM) e Open Fiber (detenuta al 50% da CDP), di nome AccessCo e che appunto dovrebbe gestire la fibra del nostro paese. In questo modo TIM ne avrebbe il controllo e potrebbe consolidarla, migliorando il proprio non brillante bilancio.
Quale sarebbe l’interesse per l’Italia di avallare la formazione di un nuovo monopolista di un bene pubblico come la rete in fibra senza poter esercitare un controllo effettivo sulla sua governance?
Per scongiurare tale scenario il nuovo governo potrebbe spingere per la fusione tra TIM e Open Fiber, effettuando magari un concambio di azioni fra i rispettivi azionisti. In questo modo CDP, che detiene quote azionarie rilevanti sia in TIM (10%) che in Open Fiber (50%), diverrebbe sicuramente il primo azionista della nuova società della rete unica.
Inoltre il prossimo 31 marzio TIM sarà chiamata a rinnovare il proprio consiglio di amministrazione. Al momento sembra proprio che CDP non voglia presentare alcuna lista di candidati per il nuovo board del CdA. Come hanno sottolineato anche gli amici del Movimento, ritengo questa una decisione totalmente sbagliata. Sarebbe altresì importantissimo che CDP presentasse sua lista. A cosa è servito investire per diventare secondo azionista in TIM se poi non si arriva ad esprimere una lista di candidati per il Cda? Bene le parole ed il cambio di direzione ma ora si passi subito ai fatti dato che CDP è controllata dal Ministero dell’Economia!
Mi auguro che anche su questo dossier, così come sul più generale tema della rete unica, il nuovo governo sappia mettere il sacrosanto interesse nazionale al primo posto. Ne va del futuro del nostro Paese!

Raphael Raduzzi