La ricercatrice che ha isolato il coronavirus? Ha un contratto precario

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Donna, molisana, 30 anni. E precaria con contratto co.co.co da 16.726 euro all’anno in scadenza a novembre 2021. E’ questo il profilo di Francesca Colavita, la ricercatrice dell’Isituto Spallanzani che ha isolato il coronavirus insieme alle colleghe Concetta Castilletti e Maria Rosaria Capobianchi, secondo il Corriere della Sera che oggi ha raccolto la sua testimonianza: “Che emozione ha detto al quotidiano milanese – è stato meno difficile del previsto. Ora mi scusi devo lasciarla, mi chiamano per un’urgenza”.

A soli trent’anni, Francesca Colavita, ha già maturato una vasta esperienza anche nello studio del virus Ebola. All’Istituto Spallanzani ha un contratto di collaborazione e lavora presso il laboratorio di Virologia e Biosicurezza. Ha partecipato anche a progetti di sicurezza e cooperazione allo sviluppo in Sierra Leone nel laboratorio installato presso il ‘Princess Christian Maternity Hospital’ di Freetown.

Storie come quella di Francesca danno l’idea di come nel nostro Paese persino le eccellenze vengano mortificate anche sul piano retributivo e contrattuale. Molti di loro scappano all’estero e per chi decide di rimanere, nonostante tutto, lo fa a costo di grandi sacrifici e rinunce. Sono tantissimi i precari della ricerca e della salute nel nostro Paese e su questo tema, il ministro Roberto Speranza, a Circo Massimo su Radio Capital ha detto: “Già in legge di bilancio abbiamo approvato un emendamento che cambia la legge Madia e prevede la stabilizzazione di 35 mila persone che erano precarie. Il tema della precarietà è uno dei temi su cui dobbiamo lavorare. Solo per il comparto salute – ha ribadito – questo consente a 35 mila operatori di avere così la stabilità e questo rende piu forte il Servizio sanitario nazionale”.

A Francesca e ai tanti precari della ricerca e della salute che ogni giorno, con il loro lavoro silenzioso, contribuiscono a rendere migliore il nostro Paese e il mondo in cui viviamo diciamo grazie, sperando che un altro “virus” si possa debellare, quello della precarietà.

Fortebraccio News