La scala mobile

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Ecco una bella locuzione, formata da sostantivo ed aggettivo, interessante dal punto di vista enigmistico, in quanto si tratta di una frase bisenso. Infatti l’espressione indica uno strumento economico volto ad indicizzare i salari in funzione degli aumenti dei prezzi, e in Italia è stata introdotta nel 1945; nel 2014 il presidente Obama ha dichiarato di voler introdurre un meccanismo simile anche negli Stati Uniti.
Ma oggi parleremo di un’altra scala mobile, con la quale alcuni di noi hanno a che fare ogni giorno. Vediamo se c’è qualcosa di matematico da dire a proposito di questo mezzo di locomozione e delle sue regole.
Spesso, quando sono in qualche grande città e non sono di fretta, attendo che sia la scala a portarmi alla fine della traversata, e non cerco di guadagnare qualche secondo salendo pure io, anche perché usualmente ho uno o due bagagli con me. Però mi accorgo che questo non è il comportamento usuale degli utenti della scala: se sono un pigro, che non cammina, devo stare sulla destra, mentre se sono un camminatore che non ha tempo da perdere, occuperò la corsia di sorpasso a sinistra. In attesa che venga costruita anche la terza corsia per quelli ancora più veloci, vediamo assieme cos’hanno da dirci alcuni studiosi che hanno esaminato, contato e cronometrato i passeggeri che hanno utilizzato alcune scale mobili.
Sappiamo tutti come funzionano le scale mobili, ma forse non abbiamo mai pensato al fatto che adottando la strategia di far usare la parte destra ai pigri e quella sinistra per i velocisti, capita che molte più persone usino la parte destra, e a lungo andare una parte della scala si logora più dell’altra, e questo può provocare guasti e rotture.
Anche le camminate dei velocisti provocano delle oscillazioni che forzano i meccanismi e contribuiscono a rovinare i meccanismi prima che con un normale utilizzo, senza camminate durante l’uso della scala.
Ma non è finita: se nella parte sinistra della scala vanno solo i velocisti, per queste loro salite è necessario più spazio, cioè mentre i pigri possono stare uno per gradino, gli altri hanno bisogno di più gradini a loro disposizione fra una persona e l’altra, con la conseguenza che in un tempo stabilito si trasportano meno persone che se si sistemassero due per gradino, uno a destra e uno a sinistra, e attendessero che la scala arrivi a fine corsa per riprendere il loro cammino: se non ci fossero i corridori, almeno il 30% di passeggeri in più potrebbero usare la scala mobile nel medesimo tempo.
Insomma, a proposito della scala mobile si possono fare considerazioni matematiche, anche se la cosa migliore, come mi ha consigliato il mio medico, è utilizzare le scale normali. Bella quindi l’idea attuata in una stazione della metropolitana di Stoccolma, dove nei gradini sono stati inseriti dei sensori e chi risaliva a piedi sui gradini poteva “suonare” un pianoforte, come se i gradini fossero dei mega-tasti: con questo invito quasi nessuno prendeva più la scala mobile, e mi pare la cosa migliore.

Giorgio Dendi