La sordità cronica della politica italiana

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Dopo il primo turno delle elezioni amministrative di ottobre improntato ad una forte astensione dei cittadini

Ora a distanza di due settimane i risultati dei ballottaggi confermano il trend con un astensionismo più marcato di oltre il 60%. Del resto perché mai i cittadini dovrebbero appassionarsi alla politica quando questa è sempre più lontana dai veri bisogni della gente e non è in grado di offrire certezze agli stessi cittadini? Ecco allora il crescente disamore per le urne e per i partiti. Quei partiti, scatole vuote di ideali, privi di qualsiasi progettualità, impantanati nella palude politica dell’immobilismo a sostegno, con una alleanza innaturale, del governo dei “migliori” alla cui guida il Super Banchiere, Mario Draghi, cura prevalentemente gli interessi dell’imprenditoria del nord e delle lobby. Nonostante i leader dei partiti sbandierano con tanta sfrontatezza i successi elettorali o le marginali defaiance, omettono volutamente che questo voto è macchiato dall’ombra astensionista, considerandolo un dettaglio di poco conto. Ma per i partiti questa è un’altra storia… Il grande partito vincitore di queste elezioni è infatti il Partito Astensionista, il partito in cui un gran numero di elettori ha riposto il proprio malessere e la propria rabbia, in quanto delusi dalla poca trasparenza delle Istituzioni e dei propri rappresentanti, e condizionati inoltre dall’incapacità di potere incidere concretamente sulle scelte e sulle decisioni pubbliche che impattano sulla quotidianità della vita. Di fronte a questo malessere della democrazia italiana risalta come cartina tornasole il cronico asservimento di certa stampa che spesso con vera e propria disinformazione svolge una azione sentinella a favore del potere politico.

Di questo astensionismo dilagante entrano a far parte anche coloro che vengono penalizzati dalla mancanza di una legge elettorale estesa ai fuori sede, come studenti e lavoratori, e che magari avrebbero potuto esprimere il diritto di voto. Purtroppo in Italia al contrario della maggior parte dei Paesi europei non esiste una legge elettorale che regola il voto a distanza dei non residenti; anche questo un vulnus di un diritto e della democrazia.

Dott. Paolo Caruso