In totale sono state eseguite attività di perquisizione e sequestro presso le residenze di 21 persone fisiche, le sedi di 3 enti/società nonché sequestri preventivi di crediti presso 16 tra istituti finanziari, società e persone fisiche.
Così è emerso un sistema fraudolento. Il Consorzio, per i pm, attraverso una rete di procacciatori di clienti, si proponeva a privati intenzionati a effettuare i lavori rientranti nell’applicazione del superbonus, facendo stipulare loro dei contratti per appalto lavori con cessione del credito d’imposta e chiedendo la consegna della documentazione necessaria, salvo interrompere subito dopo i rapporti o eseguire solo attività di carattere burocratico.
Ricevuti i contratti, il Consorzio emetteva fatture per operazioni inesistenti nei confronti dei privati committenti in cui si faceva riferimento a uno stato di avanzamento lavori per una percentuale non inferiore al 30% (percentuale minima richiesta per vantare la cessione del credito d’imposta); i lavori non erano mai eseguiti, nonostante le correlate successive cessioni di crediti a favore del Consorzio, precedute dalla comunicazione dei commercialisti che apponevano il visto di conformità.
Le prescritte asseverazioni tecniche sui lavori svolti dal Consorzio, rilasciate da professionisti abilitati, presentavano rilevanti anomalie, evidenziate dall’Enea.