L’ACQUA NON È UNA MERCE SULLA QUALE FARE PROFITTO

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Veolia vuole acquisire Suez, parliamo di due multinazionali dei settori acqua e rifiuti con interessi in tutto il mondo (anche qui in Italia). È un’operazione che era nell’aria da tempo e che probabilmente avrà uno step intermedio attraverso l’acquisto di parte delle azioni Suez detenute da Engie per poi procedere con la presentazione di un’Opa sulle restanti azioni. Un’operazione tra grandi gruppi come ne avvengono ogni giorno? Non proprio e almeno per due ragioni.

🔺La prima è che al centro di questo “affare” c’è l’acqua, bene pubblico che viene visto dai due colossi come una merce sulla quale fare profitto. Là dove la privatizzazione spinta è già una realtà le cose non vanno bene, lo abbiamo visto negli anni passati: l’acqua non è per tutti, la si paga troppo o non è di buona qualità.

🔺La seconda riflessione riguarda le parole di Frérot, Amministratore Delegato di Veolia, che ha parlato di “grande cantiere dell’ambiente e transizione ecologica”. Tutto giusto, per carità, ma mi chiedo: vogliamo far parlare e agire su questi temi solo il grande industriale? Come si pongono gli Stati su un’operazione di questa portata? Me lo chiedo da parlamentare, mettendomi in discussione su ciò che abbiamo fatto finora e su quanto ancora c’è da fare, convinta più che mai della necessaria presenza di una forte governance statale su quelle che sono le risorse strategiche di un Paese.

Federica Daga