Landini fa politica sui morti di Firenze: la sinistra non frena neppure davanti alle tragedie

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Nella tragica vicenda di Firenze i morti accertati sono arrivati a cinque, diversi i feriti. Il crollo delle strutture ancora in costruzione di un nuovo supermercato ha provocato la caduta di tre solaio e parecchio materiale edile ha travolto i lavoratori, per alcuni dei alcuni è stato necessario scavare molto in profondità operando con l’ausilio di droni e unità cinofile. Una tragedia che – secondo l’assessore regionale Monica Monni – va oltre “l’assenza di requisiti di sicurezza individuali, sembra qualcosa di ben più serio”.

Ma per la sinistra, anche davanti a una tragedia di tali dimensioni, si tratta dell’occasione giusta per criticare il governo Meloni. Questa volta, le parole del tutto fuori contesto di critica all’esecutivo sono giunte da Maurizio Landini, segretario della CGIL che, senza porsi troppi problemi ha di fatto incolpato il governo della morte dei cinque operai: “Nel 2023 – ha detto Landini – ci sono stati 1000 morti sul lavoro e spesso questi incidenti sono provocati dal sistema del subappalto e dalla logica degli appalti al massimo ribasso”. La critica di Landini al centrodestra entra nel vivo quando sostiene che “è stato questo governo a modificare il Codice degli appalti e a reintrodurre il subappalto a cascata”. Poi la classica richiesta di mobilitazione: “È necessario che ci sia una reazione immediata e penso anche che sia necessario alla prossima settimana a un’iniziativa generale, che proporrò anche agli altri sindacati, perché non è più accettabile morire sul lavoro”. Detto fatto: la mobilitazione è pronta, programmata per il 21 febbraio e parteciperanno CGIL e UIL.

Resta fuori la CISL, che però vuole aprire un dialogo con l’esecutivo sulla questione delle morti sul lavoro. Un tema sicuramente delicato e cruciale per la Nazione, che però deve rimanere lontano dallo sciacallaggio: nell’ultimo anno, secondo l’Inail, i morti sono calati dello -4,5% e questo governo ha già stanziato, sempre tramite l’Inail, 1,5 miliardi di euro per la formazione e la prevenzione sul lavoro. E ancora è già previsto nel prossimo Consiglio dei Ministri la presentazione di un nuovo pacchetto su lavoro sommerso, caporalato e tutela della sicurezza nella filiera degli appalti.

Risposte concrete, che vanno oltre la solita propaganda della sinistra che, questa volta, non si ferma neppure davanti ai morti e a una tragedia tristissima. Le parole di Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, rispondono nel merito e con concretezza allo sciacallaggio fine a sé stesso della sinistra

“È necessario domandarsi se al di là della legislazione che si cerca di affinare, il problema vero non sia quello dei controlli. Possiamo continuare a modificare le norme, ma a fronte di una vicenda ripetitiva e peggiorativa che non dà prospettiva di inversione di tendenza, occorre porsi il problema di intervenire in senso preventivo e – ha concluso Foti – verificare cantiere per cantiere se vengono rispettate le norme”.