Le colpe imperdonabili

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Quando una persona fa coscientemente qualcosa di sbagliato è colpevole.
Quando una persona sa che qualcuno sta facendo qualcosa di sbagliato e non lo ferma potendolo fare, è complice.

Una struttura delicata e importante come la sanità va gestita con grande umanità e decisa volontà di fare il meglio, di fare tutto il possibile per il bene delle persone che vi si affidano.
Lasciare macchinari di radioterapia vecchi di decine di anni sapendo che questo reca danno o mitiga la forza della cura è colpevole.
La politica gestisce ogni parte della cosa pubblica. Strade, tasse, sicurezza, viabilità e molte altre variabili della vita di ognuno di noi.
Fare politica è di per sé un impegno per gli altri, quasi una missione, se fatta con coscienza e volontà di creare un mondo più bello e più sicuro.
Non sono solo belle parole, sono fatti per tantissimi. Da alcuni però la politica viene intesa come gestione di un buon bilancio, del fare piaceri a persone importanti, del rendere conto solo a chi quel posto te lo ha dato nominandoti.

Questi non meriterebbero di governare nemmeno il pianerottolo di casa propria.

Quando si vede, si sa per certo, che in un ospedale le cose non sono come dovrebbero essere non si deve “gestire” si deve intervenire. Non ci si nasconde dietro i conti pubblici, dietro i bilanci che non permettono di fare.
Si agisce. Non farlo è colpevole.
Per questo, non posso perdonare, e nessuno dovrebbe perdonare, le persone responsabili del mancato funzionamento dei macchinari nel reparto di radioterapia a Genova.

Lo scaricabarile della politica locale sul dirigente dell’ospedale, che pure ha gravi colpe, è un comportamento reiterato più volte durante i 5 anni del loro governo.
Le dichiarazioni di questi giorni, mi hanno ricordato un’altra situazione, un altro scaricabarile.
“ci riteniamo parte lesa…colpa di un management che si è dimostrato non idoneo, un management che ha avuto pieni poteri e la totale fiducia degli azionisti…”
Questa è una frase detta da Luciano Benetton. Un’altra persona che sapeva, vedeva, ma non ha fatto.  Alice Salvatore