Le poesie di Pasticca

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giorgio dendi
le poesie del pasticca

Capita spesso che per capire le opere di un autore bisogna prima sapere alcuni particolari della sua vita; un esempio per tutti è dato da Giacomo Leopardi, del quale conosciamo le poesie quanto le vicissitudini personali.

Vi racconto allora qualcosa del mio amico senese Pasticca. Nella cittadina toscana lui è presidente del “Circolo culturale dei Lenti”, e collabora al “Premio Mangia”, impegnandosi per la crescita e il successo della manifestazione, e che prende il nome dall’automa che batteva le ore dalla Torre, appunto, del Mangia.
E dalla sua terra di Siena, Pasticca ha preso spesso spunto per le sue riflessioni, i suoi scritti, le sue poesie, pubblicando i volumi “Notturno con lepre”, “Il bar degli indovini”, “Andante verso” e vincendo infine il concorso bandito dal sito “Siamo di Siena…siamo fatti così”.
In altri scritti, Pasticca si sofferma a meditare sui pensieri che possono coinvolgere ciascuno di noi, in certi momenti della propria vita. Ho aperto una pagina a caso di un suo volume di poesie, e, se avete piacere, possiamo leggere assieme una sua composizione, che poi commenteremo.

Malinconie notturne

Hai seguito il graduale snodarsi delle scale
per poi emergere, fiero, col tuo carico
di stelle. In mente, il profilo di tanti letti
e il ricordo di giornate trascorse
con la testa china a riordinare
le piccole coperte. Adesso avverti
la testa piena, comunque sai cosa fare
(e molti altri, dietro, ti seguiranno).

Nessuno, però, ha da tempo varcato
la tua porta. Come uno strumento scordato,
è ormai palese che non serve possedere
stoffa per essere apprezzati. Qui dove persino
il gesso non segna, è inutile, in effetti,
operare tagli. Finirai per smarrire il senso
della misura, se non riceverai l’ordine
di un capo che vuol metterti alla prova.

Forse sono un po’ tristi i pensieri che hanno preso Pasticca, ma… c’è una sorpresa: Pasticca è un enigmista, e questo che abbiamo appena letto è un gioco enigmistico, che presenta due indovinelli. Rileggiamo il testo, cercando qualche bisenso nel testo. Intanto vediamo il termine “graduale” riferito a qualcuno che emerge con il suo carico di “stelle”: si parla di un militare, con molte stellette sulla giacca, quindi di alto grado; questo militare ha in mente i tanti letti: si parla dei libri letti, e ricorda di aver passato giornate con la testa china riordinando le “piccole coperte”, cioè le copertine dei libri, e quindi comprendiamo che il soggetto da individuare è un gran lettore; quando si dice che “molti ti seguiranno” si ribadisce che si tratta di un condottiero, un capo.

Nella seconda parte leggiamo che “nessuno ha varcato la tua porta”, quindi il soggetto non è stato visitato da tempo; “non serve possedere stoffa”, quindi la persona che non è stata visitata potrebbe essere un sarto; poi si parla di gesso (che sia il gesso usato dai sarti?), ed “è inutile, in effetti, operare tagli”, poiché se il sarto non viene visitato dai clienti, non occorre operare tagli negli effetti (sinonimo di vestiti); le frasi finali “non ricevere l’ordine”, “ un capo da mettere alla prova” ci confermano che si parlava di un sarto poco visitato dai clienti. Mettendo assieme tutte queste idee, possiamo scandire le due soluzioni: COMANDANTE ISTRUITO e UN SARTO DIMENTICATO. Forse qualcuno l’avrà già notato: le due soluzioni sono l’una l’anagramma dell’altro, cioè le diciotto lettere di “comandante istruito” sono le stesse, ma rimescolate in maniera opportuna, di “un sarto dimenticato”.
Ecco, così sono fatti i nostri giochi enigmistici: una poesia che sembra completa, ma che cela, ad esempio, due indovinelli, le soluzioni dei quali sono una l’anagramma dell’altra. Grazie all’amico Riccardo, che con lo pseudonimo “Pasticca” ci procura questi capolavori.

Giorgio Dendi