Legge contro l’omofobia, Scalfarotto: “Spero che finalmente si proteggano le vittime”

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Sette anni fa Ivan Scalfarotto fu il relatore della legge contro l’omofobia. Oggi è sottosegretario agli Esteri, parlamentare di Italia Viva e candidato alla presidenza della Puglia con una coalizione che comprende Azione e +Europa.

A chi sta combattendo oggi consiglia di non chiudersi ai compromessi perché le leggi è meglio farle che rifiutarle quando si tratta di diritti. E chiede ai leader politici di metterci la faccia, altrimenti il percorso del ddl Zan rischia di trovare ancora molti ostacoli.

Una legge pericolosa.
«A me sembrano norme di buon senso e civiltá su cui dovremmo essere tutti d’accordo: che l’odio, la violenza e la discriminazione non possono essere accettate nella nostra comunità».

Si è discusso su molti punti, con un acceso dibattito che ha lacerato anche le donne.
«Per quel che riguarda la polemica sull’identità di genere, penso che sia ingiustificato: sostenere che in questo modo si consente agli uomini di occupare gli spazi delle donne vuol dire non conoscere la realtà di chi si sottopone a un cambiamento di genere. Non è un capriccio: vuol dire intraprendere un percorso molto doloroso e difficile da un punto di vista fisico e psicologico. Nessuno lo affronta per un vezzo».

E che cosa pensa della misoginia? Era giusto inserirla?
«Da un punto di vista strettamente tecnico, ritengo che più l’elefante è grande più è facile colpirlo, quindi più elementi si inseriscono, più diventa complessa e difficile l’approvazione di un provvedimento. Dal punto di vista politico mi fido della valutazione di una persona esperta come Laura Boldrini».