L’esame farsa di Suarez a Perugia

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“Mi chiamo Luis, sono un calciatore professionista, sono sposato con mia moglie da dieci anni”

E ancora: “Ci sono quattro persone, papà, mamà e bambino e bambina a fare cibo. Il supermercato, la spesa. A mangiare, il bambino porta cocomella”.

Sono alcune delle frasi pronunciate dal calciatore uruguaiano Luis Suarez durante l’esame volto ad attestare la sua conoscenza della lingua italiana, sostenuto all’Università per Stranieri di Perugia lo scorso 17 settembre. Test che secondo i magistrati perugini sarebbe stata una ‘farsa’, perché le domande sarebbero state comunicate in anticipo al bomber dagli esaminatori.

Il video, intercettato dalla Guardia di Finanza grazie a una telecamera nascosta, è stato inserito tra gli atti dell’indagine condotta dalla procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone. È considerato una delle prove che mostrerebbe che il bomber uruguaiano conosceva gli argomenti.

Nel video si vede il calciatore sedere davanti agli esaminatori, in t-shirt e jeans, per sostenere la prova che avrebbe dovuto accertare il suo livello B1 di italiano, necessario per ottenere la cittadinanza, in vista di un possibile acquisto da parte della Juventus, che poi è saltato.

Ma all’Università per Stranieri, tutti sapevano che “non conosceva una parola di italiano”. Alla fine del video, si vede chiaramente l’esaminatore Lorenzo Rocca, uno degli indagati, che ha già patteggiato, chiedere un autografo al calciatore. Durante il test, il prof. Rocca chiede a Suarez di spiegare cosa gli piace fare nel tempo libero, di illustrare la propria famiglia e poi di descrivere delle immagini.

Fino all’ultima parte, in cui al giocatore dell’Atletico Madrid viene chiesto di sostenere una conversazione in cui finge di essersi trasferito da poco a Perugia. Le indagini sull”esame farsa’ sono state chiuse la scorsa settimana. Gli avvisi sono stati recapitati all’ex rettrice dell’Università per Stranieri, Giuliana Grego Bolli, all’ex direttore generale Simone Olivieri e alla professoressa Stefania Spina, che preparò il campione, accusata di avergli inviato in un file pdf le domande d’esame, e il legale della Juventus, Maria Turco. Per tutti le ipotesi di reato sono falso e rivelazione di segreto d’ufficio.

Sono indagati per false dichiarazioni rese al pm anche il ds della Juventus, Fabio Paratici e l’avvocato Luigi Chiappero. Secondo l’accusa, non dissero ai magistrati di aver contattato per velocizzare i tempi della pratica il ministero dell’Interno, attraverso l’ex ministra Paola De Micheli, amica dello stesso Paratici.