Liberi e seri

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Standing ovation per il Presidente della Repubblica Mattarella che non solo tira le orecchie a Johnson ma mette i puntini sulle “i” chiarendo il concetto di libertà. Perchè troppe persone abusano della parola “libertà” intendendola come la possibilità di fare tutto quello che si vuole, senza rispetto per gli altri. Il vecchio motto che recita “la mia libertà finisce dove inizia la tua” è da tenere sempre a mente. Anche e soprattutto quando parliamo di salute pubblica. Rispettare le regole non significa essere schiavi, stupidi, manovrabili: significa essere cittadini responsabili e rispettosi della comunità.
Però le limitazioni della libertà individuali devono avere un senso, devono essere basate su serietà.
Ieri sera mi ha scritto di nuovo quella mamma di cui avevo scritto pochi giorni fa. Il figlio – lo ricordo – ha 22 anni, ha avuto a inizio agosto un paio di giorni di febbre, ha fatto il tampone ed è risultato positivo. Si è messo in isolamento ed è ancora lì. Da 50 giorni. Solo. Nonostante sia guarito immediatamente e sia stato bene sin da subito, al sesto tampone è ancora positivo. Non sappiamo cosa significhi questo positivo, se il ragazzo ha ancora una reale produzione di virus, perchè nonostante la signora abbia richiesto il valore di positività (il numero di cicli di amplificazione a cui si “vede” il virus) nessuno le risponde. Questo non è serio. Non si può limitare la libertà di una persona per 50 giorni senza dirgli cosa sta accadendo. Se il ragazzo è veramente positivo, se il virus continua a replicare nel suo corpo in assenza di sintomi da oltre 50 giorni, allora bisogna capire perchè e magari aiutarlo a venirne fuori. Se invece non è così… allora bisogna liberarlo da una assurda prigionia. Serietà. Questo è quello che la signora chiede. Questo è quello che la comunità scientifica deve dimostrare.