L’infernale macchina propagandistica sovranista funziona così

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La prima fase è individuare l’obiettivo e iniziare a demolirlo. In questo caso il sistema di accoglienza. Ricordate quante polemiche sono state fatte sui 35 euro che venivano dati a ogni migrante? Salvini e gli altri, i giornali di destra, i siti e le varie bestie e bestioline hanno martellato per anni contro, creando così un terreno fertile.

Poi arriva la seconda fase, quella in cui si interviene, in questo caso col primo decreto sicurezza. Si riduce drasticamente quella cifra (da 35 a 21) e si smonta pezzo a pezzo il sistema di integrazione.

Oggi grazie a una ricerca di ActionAid e Openpolis si possono misurare gli effetti di quelle scelte. Gran parte dei bandi per l’accoglienza sono andati deserti. Perché con quella cifra non si può garantire quello che servirebbe, ovvero quell’insieme di servizi che occorrono a garantire i diritti dei migranti e il loro inserimento in un percorso di integrazione.

Con quelle cifre se ne può garantire a stento l’ospitalità. E quindi molte associazioni del terzo settore hanno dovuto rinunciare a partecipare ai bandi e oggi le prefetture non sanno che fare. Dunque il risultato è nei fatti lo smantellamento dell’accoglienza diffusa, quella che consentiva di costruire vera integrazione, quella che non creava alcun disagio alla popolazione, anzi.

E qui siamo alla terza fase della strategia sovranista. Perché tutto si risolverà con migranti abbandonati a se stessi e grandi centri dormitorio, ovvero esattamente le condizioni peggiori per integrare e quelle che più allarmano l’opinione pubblica.
E su quell’allarme la propaganda sovranista lucrerà consenso.

Insomma, si crea ad arte l’emergenza sulla quale poi si specula.
E inoltre si crea un danno al terzo settore e alle lavoratrici e ai lavoratori che ogni giorno per pochi euro fanno un lavoro incredibile.

Questo è l’orrore di quei decreti sicurezza.
Decreti che non vanno solo corretti, vanno abrogati.