Linguaggi

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Tante volte ho festeggiato il mio compleanno a Genova, in quanto la data della mia nascita coincide con i giorni del Festival della Scienza, alcune volte anche assieme al sindaco di Genova, Marco Bucci, anche lui nato il 31 ottobre

E anche il Festival della Scienza sta ripartendo con le sue manifestazioni che hanno ottenuto tanto gradimento fino a quando la pandemia ha costretto tutti a evitare incontri e quindi anche le nostre conferenze. Sta ripartendo, dicevo, e il tema di quest’anno sarà Linguaggi.

Può sembrare strano che in una festa della matematica ci si interessi di linguaggi, però anche gli insegnanti di matematica che incontro ribadiscono ai loro studenti la necessità di fare attenzione alle parole, oltre che ai numeri, per poter risolvere un problema.

Il linguaggio è certamente importante, e mentre ci ripenso mi vengono alla mente le immagini del film L’uomo bicentenario con Robin Williams, nel quale un robot supera le aspettative del suo creatore poiché dialoga con la famiglia che lo ospita, si interessa ai loro problemi, fino a provare emozioni. Ricordo comunque la scena nella quale Andrew – è questo il nome del robot – ha difficoltà a capire il senso di una battuta, di una barzelletta. È infatti questo il limite dei computer: comprendere il linguaggio umano ed interpretare anche eventuali sfumature che si devono stimare per la corretta valutazione del testo.

E a proposito di linguaggi, ho provato a mettere a confronto due acrostici creati sul mio nome. L’acrostico è un componimento nel quale le lettere iniziali di ogni parola formano una nuova parola o frase. Ad esempio con Una Molto Bella Regione Italiana: Andateci, leggiamo la prima lettera di ogni parola e troviamo UMBRIA.

Ebbene, una delle volte che ho tenuto lezioni alla scuola elementare Morvillo di Roma, i giovani studenti mi hanno dedicato un acrostico corretto partendo dal mio nome Giorgio Dendi. Ho provato a cercare su internet un creatore automatico di acrostici, ho inserito il mio nome, e il risultato è stato sicuramente peggiore di quello ottenuto dai ragazzini delle elementari di Roma: nonostante nel responso del computer sia stato riportato correttamente il mio nome, alla fine nella composizione erano state saltate due lettere, e poi le frasi che iniziavano con le singole lettere non sempre erano ben assemblate, e neppure tutte le concordanze aggettivo-nome erano corrette. I primi versi sono i seguenti:

Gioventù davvero è stato accorciato,

Infinito sentimento rinato,

Oh mio colombaccio inanellato,

Rendere le vostre mani sul prato…

Insomma, Linguaggi è un bel titolo, e ci ricorda che assolutamente dobbiamo curare anche nelle materie scientifiche i termini che usiamo, nell’attesa che pian piano, anche i robot riescano a comprendere noi e farsi comprendere da noi.

Giorgio Dendi