Sembra una mano di traversone, una partita a perdere. “Ma non è che destra e sinistra si sono accordate per far vincere Virginia Raggi a Roma? Può apparire un paradosso, ma la lentezza esasperante dei due poli provoca più di un sospetto”, scrive Francesco Storace su 7Colli. “Nessuno pare in grado di individuare il comandante designato per tentare di portare le truppe alle vittoria. Quasi che non gliene freghi niente proprio a nessuno”, si legge nell’articolo del vicedirettore de Il Tempo.
“Quel che appare incredibile è che parliamo ormai delle prime tre forze politiche d’Italia: lo testimoniano i sondaggi e soprattutto ogni tipo di elezione, sia quelle ‘vinte’ che quelle ‘perse’. (Si sa che in Italia vinciamo sempre tutti e perdono sempre gli altri, e anche a questo serve l’incredibile e spudorata voglia di proporzionale)”, scrive Storace che descrive il panorama politico attuale: “La Lega resta il primo partito d’Italia, anche se con qualche ammaccatura dovuta ad un Matteo Salvini sempre più sotto attacco. Fratelli d’Italia è il terzo, con la leader Giorgia Meloni in grande spolvero. Con Forza Italia governano la stragrande maggioranza delle regioni. Il Pd è il secondo partito e va detto che Nicola Zingaretti gli ha ridato un pizzico di vigore, più mediatico che reale in verità, dopo le amministrative. I Grillini sono già nei loculi e aspettano solo i funerali”.
“”Ma nessuno decide almeno per Roma, questo è il dramma di una classe dirigente che sembra dimenticare il valore della Capitale d’Italia. A destra come a sinistra. Il Pd è alle prese con una infinita’ di nanocandidature – così le definiscono al Nazareno – per il Campidoglio senza nessun pesce grosso disponibile a tentare l’avventura. Faranno primarie come a Sanremo, ma i cantanti sono stonati tranne un paio. E con la mina Calenda”.



