Ma quale sinistra?

0
29

E’ una jattura che quelle che sembrano le migliori menti italiane degli ultimi decenni abbiano in realtà preso spunto dai lavori precedenti di qualche francese geniale. I più gettonati d’oltralpe che fanno da carta carbone alle pensate nostrane, restano sempre Lacan, Foucault, Althusser. Questa volta è stato il turno di Georges Lefranc e del suo libro “Le sinistre in Francia dalla Rivoluzione ai giorni nostri” 1972, dalla cui lettura Salvatore Cannavò ha pubblicato “Si fa presto a dire sinistra”

L’opera di Lefranc ripropose i passaggi parlamentari dal 1789 al 1797 e presentò le tre sinistre che sorsero dalla rivoluzione. Una sinistra liberale, che permise la rivolta contro l’Ancien Regime, una sinistra democratica che porta al suffragio universale, e una socialista che sostiene la giustizia sociale. Dall’evoluzione di queste tre sinistre il pensatore francese illustrava il panorama politico della Francia anni ’70, e allo stesso modo Cannavò tenta di spiegare l’asse politico che si oppone alle nostre destre a cui oggi è mancata un’alleanza elettorale.

Anche Paolo Pagliaro nella sua rubrica di “otto e mezzo”, commentando il libro “Si fa presto a dire sinistra”, ha addirittura dato un volto italiano alle tre sinistre. Quella liberale rappresentata dai centristi del terzo polo, quella democratica dal PD di Schlein, e quella socialista da Fratoianni.

Ma di quale sinistra si parla? E’ vero che lo stesso Cannavò, quando parla della sinistra liberale e riformista, la considera un’ala sinistra della destra, e che il PD pesca voti nei “Parioli d’Italia”, ma anche la radicalità di quella socialista è acqua fresca, pronta a essere tradita quando le logiche di sopravvivenza parlamentare si fanno insistenti. Per conto mio riconosco solo il mondo reazionario di una destra e quello conservatore di un’altra destra speculare.

Le loro proposte politiche sono rivolte ad un popolo che non vuole cambiare il gioco, ma vuole vantaggi sul concorrente di classe (la destra) o vuole preservare quanto ha già conseguito (la sinistra). L’universo conservatore italiano è diviso tra FI, terzo polo, e PD, ma in quanto alla residua radicalità socialista dobbiamo andare a rovistare in quel guazzabuglio di disonesti inconsapevoli dei pentastellati, che soli per ora mantengono ancora un barlume rivoluzionario attraverso il loro apostolato delle regole.

E’ meglio ricordare che noi siamo un paese ingessato, fermo al medioevo, che s’illude di essere entrato nella modernità. Noi siamo un posto con una straordinaria confusione tra pubblico e privato, un paese senza sinistra, una cosa che è stata creata da una rivoluzione che in Italia non c’è mai stata.

Giuseppe Di Maio