Manovra: Brunetta, “E’ una grande occasione mancata”

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ROMA – “Una grande occasione mancata. Purtroppo. In attesa del voto di lunedi’ sulla Legge di Bilancio, questa e’ l’impressione che serpeggia nel mondo politico ed economico. Il Governo giallorosso ha avuto una grandissima occasione per prendere le distanze dal precedente Esecutivo gialloverde e avviare una stagione di riforme strutturali e un nuovo indirizzo di politica economica che andasse a vantaggio del nostro Paese. Purtroppo, lo ripetiamo, non l’ha sfruttata. I problemi che affliggono la nostra economia e il nostro bilancio pubblico sono cosi’ rimasti. Le clausole di salvaguardia relative all’aumento dell’Iva e delle accise, tanto per iniziare, non sono state bonificate ma soltanto rinviate di un anno. Una pessima abitudine che ormai si ripete ad ogni Legge di Bilancio”. Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia. “Nel prossimo biennio, il Governo – aggiunge – dovra’ trovare cosi’ ben 47 miliardi di euro per evitare che le imposte aumentino. In questo caso, tuttavia, non resterebbe alcuna risorsa per tagliare le tasse o per sostenere programmi di welfare. In pratica, ci aspettano altri anni di crescita zero, di rapporto deficit/Pil allo stesso livello di quello attuale e di debito in aumento. Dell’obiettivo del raggiungimento del pareggio di bilancio nel prossimo triennio neanche a parlarne. Eppure, risorse per avviare la riduzione della pressione fiscale e del deficit erano state individuate. Sarebbe bastato, per esempio, tagliare tutti i fondi per quota 100 e reddito di cittadinanza, le due costosissime misure assistenzialiste introdotte dal Governo Lega – Cinque Stelle che costano ben 15 miliardi all’anno e che hanno prodotto un impatto pari a zero sulla crescita del Pil. Si sarebbe potuto fare una attenta operazione di spending review, avviare un serio round di privatizzazioni e di vendita di patrimonio pubblico. Anche queste operazioni, annunciate nei documenti di finanza pubblica dai tempi del ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, sono sparite dei radar della politica economica del Tesoro”.