Marcucci rompe con Letta: i dem renziani ammutinati

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Dopo una giornata di ordinario logoramento, Andrea Marcucci passa direttamente allo strappo: è pronto a presentarsi, a farsi rivotare alla guida del gruppo di Palazzo Madama, a chiedere ai senatori di Base Riformista (22 su 35) di scegliere tra lui e il segretario. Nonostante l’invito di Enrico Letta a farsi da parte, insieme al capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, in favore di due donne. Ridimensionate, annichilite, vagamente sorprese le famigerate correnti cercano una strategia di sopravvivenza rispetto all’entrata “a gamba tesa” di Letta che non sembri diserzione.

La prima reazione era stata rimandare il problema, pur di fronte alla visita che oggi farà ai gruppi di Montecitorio e Palazzo Madama il Letta reloaded. Marcucci aveva convocato una riunione in streaming: impossibile votare, dunque. Per essere più sicuro di controllare la situazione, non l’aveva messa neanche all’ordine del giorno, l’elezione del nuovo capogruppo. Solo per meditare in serata di convocarne un’altra, subito dopo la prima, per andare allo strappo. La mossa non piace a Lorenzo Guerini, ma per ora fermare Marcucci non pare semplice. Base Riformista ha i voti per rieleggerlo o per ripiegare su Simona Malpezzi, oggi sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento. Soluzione che avrebbe un vantaggio: Marcucci, dallo scambio, ci guadagnerebbe un posto al governo. Ma gli altri stanno a guardare? Si torna a fare il nome di Roberta Pinotti, che di certo piacerebbe pure a Dario Franceschini. Un’aggueritissima Monica Cirinnà (zingarettiana) è pronta a dare battaglia. E ad aumentare il caos: “Se gli incarichi devono ruotare, allora questo deve valere pure per i capigruppo in Commissione. Sono tutti uomini”, dirà oggi in Senato. Nel frattempo, a Montecitorio la situazione è più fluida. Raccontano che Graziano Delrio ci sia rimasto piuttosto male, soprattutto per la modalità. Letta lo ha chiamato sabato, gli ha detto come la vedeva. E poi domenica lo ha di fatto licenziato in un’intervista al quotidiano locale di riferimento.

“Modello Renzi”, lo definiscono in molti. Letta ha chiarito che non entra nell’indicazione del nome della capogruppo. 65 su 90 sarebbero pronti a rivotare l’uscente. Potrebbero allora scegliere Debora Serracchiani, a lui vicina. Le tre candidate di Base Riformista, Anna Ascani, Alessia Rotta, Alessia Morani, sembrano più deboli. Avevano messo su la rivolta delle donne contro Zingaretti. In questi giorni sono più silenti. Meglio non rischiare di usare lo stile sbagliato. Paola De Micheli sembra fuori: passerebbe per un’imposizione del segretario. E anche Marianna Madia, altro nome che corre sulle bocche di molti, non ha “madiani” pronti a votarla.

Intanto Letta reloaded continua il suo tour de force. Ieri ha visto il premier, Mario Draghi. I due si conoscono benissimo e si sono parlati più volte in questi giorni. In un’ora, però, hanno affrontato le priorità sul tavolo: metodo di raccordo tra governo e maggioranza, e quindi anche Pd, e politiche per il rilancio dopo le pandemia, l’Europa e il piano vaccinale. L’agenda dei due su molti punti coincide. E a proposito di correnti, il neosegretario ha ridimensionato pure il ruolo dei ministri, visto che il filo diretto con il premier ce l’ha lui. Il capo delegazione di fatto è Andrea Orlando, anche perché il ministero del Lavoro è più centrale degli altri per la mission dell’esecutivo. Ma quel che è certo è che non esiste una diarchia come Zingaretti-Franceschini, durante il governo Conte. Letta ha potuto ribadire a Draghi il suo pieno appoggio e il ruolo del Pd come perno dell’esecutivo. Che si esplicita anche negli attacchi frontali a Matteo Salvini. Essenziali per portare avanti l’identità dei dem, pur in un esecutivo insieme. Tanto è vero che i due dibatteranno nei prossimi giorni in occasione di un appuntamento organizzato dall’Ispi. Tutte queste strategie però hanno bisogno del sostegno dei parlamentari. Come Zinga ha imparato benissimo, c’è anche un Marcucci di troppo.                                                                                           Wanda Marra