Mentre la maggioranza bulgara del Parlamento italiano esulta, quasi unanime

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maddalena

Per la spendibilità di tanti soldi, provenienti in gran parte a debito dall’Europa, nonché dallo scostamento di bilancio

Che ha aumentato il deficit di oltre 40 miliardi di euro, esultando cioè per un indebitamento senza precedenti, il cui effetto finale potrebbe essere la consegna agli stranieri dell’intero territorio italiano, Margrethe Vestager si ostina a espropriarci Alitalia, imponendo alla costituenda Ita: la cessione delle divisioni manutenzione e servizi di terra, la riduzione della flotta a 45 aerei, la cessione di metà degli slot a Linate e il divieto di usare il marchio Alitalia per due anni.

È assurdo che in un momento di tale crisi globale nel quale è stato sospeso il patto di stabilità, questa commissaria europea si intestardisca a danneggiare l’Italia, tirando in ballo il divieto di aiuti di Stato, che dovrebbe ritenersi logicamente assorbito dal predetto blocco del patto di stabilità.
In sostanza la Commissione europea vieta all’Italia l’utilizzo delle rotte aeree che gli spettano e che producono notevolissimi guadagni e pretende di gettare sul lastrico migliaia di lavoratori con le loro famiglie. Su questo esecrabile comportamento tace il governo e tacciono i parlamentari.

Dov’è l’unità d’Italia e lo sforzo comune per risollevare le sorti del Paese tanto sbandierato nel discorso alle camere di Draghi?

Disponendo di tanti miliardi ricevuti a debito, perché non si è trovato il modo di destinarne, alla soluzione del problema Alitalia, la somma necessaria per la sua nazionalizzazione?

Siamo in un sistema economico, radicatosi in Europa, che soffoca la nostra economia, ed è ora che il nostro Presidente del Consiglio faccia valere gli interessi nazionali di fronte a questa ambigua condotta della Vestager. La quale, mentre danneggia l’Italia, comincia a preoccuparsi delle multinazionali, soprattutto tedesche e francesi, per proteggerle dall’assalto delle operazioni di conquista delle S.p.A. dell’UE da parte della Cina, dando il via alla progettazione di un’autority, che impedisca l’acquisto delle grandi multinazionali europee da parte dei cinesi.

Siamo arrivati all’assurdo, anche in tema di autostrade, al cui proposito la società inglese Tci, socia in Atlantia, diffida Draghi ad intervenire nella vicenda, come se le autostrade fossero state costruite da Atlantia e non dal Popolo italiano e come se la pessima gestione della loro manutenzione non richiedesse per legge l’immediata revoca della concessione medesima.

Sembra purtroppo che l’Italia e le sue ricchezze siano diventate res nullius (cose di nessuno).
Altrettanto è da dire per l’Ilva, la quale richiede un forte intervento dello Stato, e che è lasciata languire fra le mani di ArcelorMittal senza tenere in alcun conto la salute dei cittadini di Taranto. Non mi stancherò mai di dire che l’unica salvezza è nel titolo terzo, parte prima, della Costituzione, e in particolare nell’attuazione degli articoli 1, 3, 11, 41, 42 e 43 Cost.

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”