
Aaa personale cercasi”. Si leggeva tanti anni fa sui cartelli nelle università, nei cantieri. Oggi quell’offerta non incontra la domanda.
Lo fanno notare le piccole e medie imprese della Cna Città Metropolitana di Firenze che l’87 % non trovano personale. Il sondaggio partito prima dell’estate ha coinvolto 250 imprese, di queste solo il 13% è riuscita ad assumere e, ad oggi, ben l’87%, ribadisce la Cna di Firenze è ancora alla ricerca di candidati con profili professionali adeguati. Le offerte nel vuoto Il 45% delle offerte è a tempo indeterminato, il 41% determinato e il 14% in apprendistato offerte, a partire da settembre. Le offerte hanno riguardato tutti i settori nelle micro imprese a partire d’artigianato, con un 21% nell’impiantistica, del 16% delle costruzioni, del 12% della produzione, dell’11% dell’autoriparazione, del 9,5% di parrucchiere e estetiste e trasporti. Offerte cadute nel vuoto. Il motivo? Il 35% degli intervistati dichiara che i candidati non erano preparati per la mansione richiesta,il 27% non ha addirittura ricevuto candidature. Un 3% rimanda alla poca efficienza di Centri per l’impiego e agenzie interinali. Un altro 3% alla tipologia di mansioni offerte come operai, qualificati e specializzati, apprendisti e impiegati, si somma un altro 3% che con gli ammortizzatori sociali, come cassa integrazione e reddito di cittadinanza, renderebbero meno “attraente” il lavoro. I centri per l’impiego ”Le micro imprese – commenta Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana – ancora una volta hanno retto ma adesso che pensano al rilancio s’imbattono in difficoltà che, principalmente, derivano dal divario tra la domanda e l’offerta formativa Non riescono a trovare personale qualificato e il ricorso ai centri per l’impiego è quasi inesistente. Sarà quindi necessario riorganizzare le strutture dedicate al collocamento e adattare i percorsi formativi alle esigenze del sistema produttivo, soprattutto di artigiani e piccole imprese”. Domanda e offerta non si incontrano Dalla indagine emerge infatti un quadro inquietante anche se non nuovo: il nostro Paese non ha un sistema in grado di coniugare domanda e offerta di lavoro. Tant’è che il 41,1% delle imprese ammette di cercare il personale prevalentemente tramite il cosiddetto passaparola.
Una quota quasi doppia rispetto a quella delle imprese che si rivolgono alle agenzie interinali e di ricerca/selezione del personale, che si ferma al 21,5%. Il 16,6% del campione si indirizza a scuole e/o a istituti di formazione. L’11% si affida ai mezzi di comunicazione specializzati. E appena il 3,8% ricorre ai centri per l’impiego. A riprova del fatto che il canale pubblico riesce solo per una esigua parte a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro


