Minniti: “Il covid porta a una distrazione politica e strategica”

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“Il covid porta a una distrazione politica e strategica. Vienna ne è l’esempio”. Così l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti in un’intervista al Foglio.“ll Covid ha colpito al cuore le nostre comunità. Ebbene, bisogna ricordare un fatto. Durante la primavera scorsa, mentre eravamo nel pieno del lockdown, lo stato islamico fece una dichiarazione. I terroristi definivano il Covid un ‘castigo di Dio’ che non solo si abbatte sugli infedeli ma li rende anche più deboli”.

“Vedete, il pensiero dei terroristi, per quanto inaccettabile, non è cosi campato per aria”, continua. “Le grandi democrazie, impegnate sul fronte del Covid, obiettivamente adesso non sono così pronte nella risposta. Noi a volte non riusciamo a reggere la complessità dell’azione. Se è vero che il terrorista ammazzato a Vienna è, come dicono, un giovane con passaporto austriaco che era stato in galera fino a dicembre perché pronto a partire in Siria, questo è un dato molto importante. Dimostra il fascino diabolico del Califfato, che regge malgrado la sconfitta militare. Ma, e lo dico senza voler dare lezioni a nessuno, sembra dimostrare anche una sottovalutazione della minaccia rappresentata da questa persona. Lo ripeto: era in carcere perché voleva andare a combattere in Siria. Non era in carcere per spaccio”.

“Oggi l’Isis non ha più il controllo del territorio, è stato cacciato dall’Iraq, cambia strategia perché il suo leader Bagdadi è morto, ma non ha perso mai la sua capacità di diffusione. Gli esempi ci sono dati dalla vicenda francese e dalla vicenda austriaca. Se ci pensate bene c’è anche una simmetria assoluta con gli attentati del 2015. Nel 2015 tutto parte con Charlie Hebdo. E oggi di nuovo l’omicidio del professor Paty” e “se Paty è la stessa vicenda di Charlie Hebdo nel 2015, l’attentato di Vienna è il Bataclan. Anche stavolta, sebbene in scala considerevolmente minore, siamo di fronte a una iniziativa complessa e molto organizzata”.