Napoli, arriva la Carta dei diritti dei rider

0
38
rider

“La Carta che presentiamo oggi è un primo, importante passo in avanti sul fronte dei diritti dei riders. Un lavoro che ha impegnato l’amministrazione comunale e il sindacato con le sue strutture di categoria – come Nidil Napoli, Filt Cgil Napoli e Campania, Filcams Campania e Napoli – che in questi mesi hanno dialogato con i lavoratori, scoprendo che dietro di essi esistevano sfruttamento e deprivazione dei diritti”. Lo ha detto Cinzia Massa, della segreteria Cgil di Napoli, a margine della presentazione della Carta dei Diritti Fondamentali dei Riders e dei Lavoratori della Gig Economy. “Con questo accordo – ha sottolineato Cinzia Massa – lanciamo un segnale preciso, di carattere culturale e sociale: i diritti e le tutele dei lavoratori non possono mai essere messi in discussione”.

Si tratta, per la sindacalista, di un accordo importante sui temi della gig economy, “un primo passo che vuole contribuire a promuovere una nuova cultura del digitale a Napoli, estendendo gli standard di tutela dei lavoratori non solo al food delivery ma anche a un mondo ancora disarticolato e inesplorato”.

“Da tempo – ha ricordato il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella – siamo in prima linea per costruire per i riders un futuro di dignità, diritti, tutela e sicurezza. Con la campagna ‘No easy riders’, promossa dalla Cgil e approdata a Napoli nel mese di luglio dello scorso anno, siamo scesi in strada per essere accanto ai lavoratori del food delivery. Il sindacato è da mesi in campo con proposte legislative e contrattuali”.

“In Italia – ha concluso Schiavella – sono una trentina le piattaforme online che si occupano di food delivery, sul territorio napoletano sono una decina le aziende che si occupano di consegna a domicilio di cibo e altri generi. Più della metà di tutto il comparto è gestita dalle quattro società più grandi (Just Eat, Uber Eats, Deliveroo, Glovo), per un totale che oscilla intorno ai 1.000-1.500 lavoratori ad alto ricambio, le aziende sono per lo più gruppi multinazionali che solo in rarissimi casi hanno sede legale nel nostro Paese”.