Nasce il Museo della spiaggia, il primo lido che promuove la cultura balneare

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Un museo sulla spiaggia che è anche un museo della spiaggia. L’idea è nata a Livio Lovisone, patron dei Bagni Capo Mele di Laigueglia ma anche architetto e artista, che la scorsa estate ha deciso di trasformare la sua impresa da luogo deputato solo al relax a vera e propria esperienza educativa per studenti e turisti alla ricerca di vacanze alternative. «Un tempo la spiaggia era luogo di pesca e scambio di merci – spiega Lovisone – mentre oggi è fatta per rilassarsi o divertirsi. Ma la spiaggia è anche un ambiente con una biodiversità da valorizzare: dove vivono i granchi? di cosa si nutrono le vongole? da dove proviene la legna spiaggiata? Per rispondere a questa e molte altre domande abbiamo creato il primo “Museo della spiaggia“, che racconta le peculiarità di questo ambiente precario tra il mare e la terra e sperimenta nuove forme narrative “alla ricerca dello spirito del luogo”». Il progetto consiste in una ricerca triennale a cui collaborano l’associazione Fiori di spiaggia, la cooperativa Spiaggia 4.0 di Ceriale, l’Università di Genova, l’Università di Firenze e il CNR di Sesto Fiorentino. Tutto sotto il coordinamento del vulcanico Lovisone, che aggiunge: «Il “Museo della spiaggia” serve a far vivere questo luogo anche al di fuori del periodo balneare. Qui è possibile non solo prendere il sole e praticare sport, ma anche conoscere la natura, la letteratura, la mitologia, la storia e l’economia legate alla spiaggia». Il museo di Laigueglia infatti racconta storie di poeti che hanno trovato la loro ispirazione in riva al mare, avventure di navigatori e scambi commerciali e culturali, nozioni di economia e ambiente e molto altro. Insomma, tutto ciò che ha a che fare con il ricco, complesso e interessante “mondo balneare“. «Si tratta di un piccolo museo sulla spiaggia che studia la diversità ambientale di questi luoghi e l’unicità di questa striscia di territorio – prosegue Lovisone – narrando la magia materiale e immateriale attraverso la tutela del paesaggio e dei microambienti che si vengono a creare; che valorizza i legni consumati e riportati dal mare; che salvaguardia le specie dunali protette e segue i loro movimenti naturali; che ricorda le mareggiate storiche degli ultimi 100 anni; che educa con le teorie e le immagini delle onde e che propone testimonianze di memoria viva, artigianato artistico, mitologia, simboli, leggende e letteratura in un’ottica nuova e legata al turismo. Un incontro interdisciplinare tra cultura e impresa integrato con una ricerca universitaria che potrà essere guida e stimolo verso uno sviluppo sostenibile del paesaggio costiero. Un libro aperto sul mare per narrare le stratificazioni interculturali e intersettoriali e che valorizza l’unicità di questa striscia di territorio». «Il nostro obiettivo è che questo progetto diventi replicabile anche in altri litorali – conclude Lovisone, da bravo imprenditore lungimirante – non solo in Liguria ma anche nel resto d’Italia e del mondo». E l’idea pare molto promettente: una delle attività più apprezzate dai visitatori durante la prima stagione del “Museo della spiaggia” sono stati infatti i laboratori sensoriali basati sul sale, veri e propri viaggi immersivi che rispondono alle esigenze moderne del “turismo esperienziale” con laboratori, video e nuove conoscenze. Ma questo è stato solo l’inizio.                                                                                                                                Fonte: MondoBalneare.com