Natale: le offerte sottocosto strozzano i contadini

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Il moltiplicarsi di offerte civetta, sottocosto e promozioni di Natale rischia di portare sulle tavole delle feste degli italiani prodotti di bassa qualità mentre strozza le imprese agricole costrette a vendere a prezzi che non coprono neppure i costi di produzione.

A denunciarlo è la Coldiretti che ha elaborato un vademecum per aiutare i consumatori a non cadere nelle trappole del mercato, dove a causa di pratiche sleali sin scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali.

Il primo consiglio è quello di verificare sempre – spiega Coldiretti – l’origine in etichetta, soprattutto in quei prodotti dove è obbligatorio indicare la provenienza. Una pera Abate, ad esempio, non è detto che sia una pera italiana. La promozione a basso prezzo di prodotti stranieri spacciati per tricolori inganna i cittadini, rovinando i pranzi e le cene più attesi dell’anno, ma finisce anche per esercitare una pressione al ribasso sui compensi pagati agli agricoltori.

E leggere attentamente l’etichetta, con riferimento agli ingredienti, aiuta pure a capire – continua Coldiretti – se si stanno mettendo nel carrello cibi di bassa qualità. La presenza di troppi coloranti, additivi, aromi artificiali e conservanti, ad esempio, rappresenta un campanello d’allarme relativamente alle caratteristiche dei prodotti utilizzati. Ma quando le offerte sono particolarmente stracciate è sempre bene – rileva Coldiretti – verificare anche la data di scadenza, poiché potrebbe essere troppo vicina o addirittura già passata.

Importante controllare l’identità merceologica del prodotto in promozione – prosegue Coldiretti -: un “olio di oliva” non è un olio extravergine di oliva, così come un prosciutto di “montagna” o del “contadino” non è detto che sia un prosciutto “Dop” a denominazione di origine fatto con carne italiana, o un formaggio “a grana” o da “grattugia” non è necessariamente anch’esso una “Dop”.

In generale bisogna anche diffidare dei prezzi troppo bassi poiché dietro si nasconde lo sfruttamento di aziende agricole e dei lavoratori. Ma attenzione anche ai prezzi dei prodotti non in promozione, perché spesso subiscono dei ricarichi per sfruttare l’effetto “civetta” dei cibi scontati.