Negazionismo, allarmismo, sciacallaggio politico e economico

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Questi sono gli aspetti del Coronavirus sui quali mi sono soffermata a riflettere in questi giorni di intenso lavoro in commissione e in aula sul Decreto per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Sars- CoV-2.

Ho sentito tante volte le richieste di certezze, di previsioni, ma mi duole dirlo, la medicina non funziona così.
Un virus nuovo, simile a virus responsabili in passato di epidemie più aggressive, non può essere trattato al suo esordio con superficialità.

Ma ora, con ormai 2 mesi e più di diffusione nel mondo del nuovo virus, a fronte dei numerosi contagiati, dei tantissimi guariti e dei decessi, è possibile formulare un’ ipotesi che possa corrispondere più da vicino a una previsione, fermo restando che le dinamiche di replicazione del virus così come la modifica delle sue caratteristiche patogene non possano essere previste con certezze granitiche.

Oggi, guardando i dati su quanto è avvenuto, considerando la bassa letalità, la grande quantità di pazienti asintomatici o con infezione non grave, penso possiamo iniziare, con buon senso, a vivere la nostra vita considerando questo virus un pericolo uguale o minore di tanti altri che ogni giorno incontriamo in maniera più o meno consapevole.

Auspico, quindi, che le amministrazioni regionali e locali, facciano buon uso delle indicazioni del decreto approvato ieri alla Camera, applicandolo alla lettera e non chiudendo un intera regione per uno o due casi sospetti che potrebbero coincidere essi stessi con il paziente zero.

Auspico, inoltre, che il ministero autorizzi misure restrittive solo se indispensabili e improrogabili.
Il problema è che la diffusione del virus è stata strumentalizzata in questi giorni anche per motivi politici e quindi chiunque gestisca una regione o un comune teme di essere accusato da avversari politici di non aver osservato il principio di precauzione. Ma suggerisco a quegli stessi rappresentanti politici che al tempo stesso un domani potrebbero essere accusati di procurato allarme e di aver cagionato ingenti perdite economiche, e quindi abbiano il coraggio di fare scelte con consapevolezza, secondo le disposizioni di legge e con buon senso.

D’altro canto il sistema sanitario nazionale, ente pubblico da difendere con tutte le nostre forze, può essere messo in difficoltà da un incremento di pazienti con problemi respiratori che si sommano alla routine, e questo giustifica la presenza di norme che limitino la diffusione del contagio.

E’ questa la difficoltà della sintesi e del punto di caduta.
Le istituzioni locali che applicano le restrizioni dovranno quindi farlo con buon senso e per reale necessità. E, soprattutto, nessuno dovrebbe approfittarne per aumentare il proprio consenso politico o la propria visibilità.