Nei limiti del possibile che sia per ciascuno di voi una buona settimana o almeno sopportabile

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Partiamo dai buoni spesa affidati ai servizi sociali. Il governo (tramite Protezione civile) ha previsto i primi 400 milioni. Le opposizioni hanno aggredito il tema parlando di una elemosina (dividendo la somma per 60 milioni di cittadini ne deriverebbe un uovo di Pasqua a famiglia, e anche meno). Il punto è che non sono risorse destinate a 60 milioni ma a quella fascia (per fortuna assai più rifotta) che dopo un mese di dramma non sa come riempire il carrello della spesa.

Anche i sindaci però dicono che sono risorse troppo scarse e non vi è dubbio che sia un primo passo da incrementare perché bastano sì e non per due o tre settimane. Intanto si tratta di distribuire queste risorse subito, comune per comune. Nella concretezza (solo per fare tre esempi) a Roma arriveranno 15 milioni di euro, 7,6 a Napoli, 7,3 a Milano…i 400 milioni verranno ripartiti per l’80% in base alla popolazione e per il restante 20 in rapporto alla distanza tra reddito pro-capite locale e reddito medio nazionale.

Nessuna card o clic-day, saranno i servizi sociali del singolo comune assieme al terzo settore a individuare le famiglie in emergenza a cui potrebbe arrivare un supporto dell’ordine di 3-400 euro. Ripeto, non è la soluzione definitiva. È la scelta di affrontare il tema e farlo da ora in avanti finché la crisi non sarà alle spalle.

L’economia naturalmente incombe e la quarta recessione del decennio combinata al virus fa paura. Allora quel richiamo a un cambio di paradigma e a un pensiero più eretico di ieri torna come un obbligo.

Oggi l’accenno è a questo: ogni anno lo Stato eroga sussidi tecnicamente dannosi per l’ambiente nell’ordine di oltre 19 miliardi di euro (17,7 a vantaggio di carburanti fossili). Non è una cifra a capocchia, è il frutto di uno studio analitico previsto dalla legge di Bilancio 2016 e affidata al ministero dell’Ambiente.

La crisi da coronavirus ha già prodotto una caduta del prezzo del petrolio (certo, non avremmo mai auspicato che avvenisse in questo modo). Il mercato energetico di ora può consentire a un paese come il nostro (che ha già impostato il tema) di accelerare la transizione energetica con un vantaggio per l’economia stessa e la necessaria prossima ripresa.

Si parla di efficienza della spesa pubblica e della possibilità di liberare risorse (non poche) a vantaggio di salute e categorie in difficoltà. Esistono le condizioni per inserire una norma del genere già nel decreto di aprile e i dati di supporto forniti da Enrico Giovannini e Ferruccio De Bortoli devono essere un riferimento prezioso per il governo.

“L’Olanda dovrebbe capire che se non si argina la crisi non saprà a chi vendere i suoi tulipani”. Più o meno così ieri sera Romano Prodi. Applausi in piedi. Grazie Professore.