Non chiedetemi se sono garantista o se sono giustizialista

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Queste contrapposizioni manichee vanno bene per i titoli dei giornali. Già come avvocato e come professore di diritto, queste visioni semplificatrici affidate alle ideologie degli “ismi” non mi sono mai piaciute. Anche adesso che sono Presidente del Consiglio continuo a pensarla allo stesso modo. Ai cittadini non interessano le formule astratte, gli schieramenti pregiudiziali. Ai cittadini interessa che il “sistema giustizia” offra un servizio efficiente, adeguato, giusto.

Stiamo lavorando per accelerarne i tempi. Lo abbiamo già fatto presentando in Parlamento un disegno riformatore della giustizia civile. E anche sulla giustizia penale siamo impegnati in un complessivo disegno riformatore.
Questo è sempre stato e continuerà a essere il mio obiettivo, ribadito ieri sera al vertice con le forze di maggioranza. Un obiettivo che rilancerò anche nell’ambito dei tavoli di lavoro per l’Agenda 2023 che partiranno la prossima settimana.

Tanti sono i dossier aperti sui quali il Governo compatto è impegnato, come l’emergenza sul coronavirus, il rilancio del cantiere Taranto, il fronte libico, l’Europa. Tante le problematiche e le urgenze a cui siamo chiamati a dare tempestive risposte, in continuità con le prime misure varate con l’ultima legge di bilancio. Dal lavoro al welfare, dagli interventi per la crescita a quelli per abbassare le tasse alle famiglie, dalla semplificazione burocratica alla sicurezza, alla scuola, alla ricerca.

Il dialogo, il confronto, l’ascolto sono sempre state parole chiave nello svolgimento del mio ruolo da Presidente del Consiglio. Ma arriva il momento delle decisioni. Gli italiani si aspettano risposte e concretezza, non litigi e rinvii. Tanto sui temi appena citati, quanto sul tema della prescrizione sul quale, seppur non ho mai ritenuto questo specifico profilo di disciplina tale da oscurare il complessivo disegno riformatore della giustizia, mi sono ugualmente speso per trovare un punto di mediazione sempre più avanzato. Un punto di equilibrio che contempli da una parte l’esigenza di evitare una denegata giustizia e, dall’altra, di garantire la ragionevole durata dei processi. Confido che tutte le forze di maggioranza riescano a condividere la medesima ragionevole posizione.

Nel frattempo andiamo avanti, non possiamo e non c’è tempo da perdere. Il Paese vuole correre, e noi abbiamo l’obbligo di scandirne il ritmo.