OBBLIGO VACCINALE, CODACONS: SE ATTUATO STATO DOVRA’ RISPONDERE DI EVENTUALI DANNI DA VACCINO COME PREVISTO DALLA LEGGE 210 DEL 1992

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IN CASO CONTRARIO NORMA SAREBBE IMPUGNABILE IN TRIBUNALE 

ESTENDERE I VACCINI IL PIÙ POSSIBILE CON CAMPAGNE PER CONVINCERE GLI INDECISI, NO A LICENZIAMENTO PER LAVORATORI SENZA GREEN PASS 

Se il Governo introdurrà l’obbligo vaccinale contro il Covid-19, lo Stato dovrà farsi carico di eventuali danni da vaccinazione così come previsto dalla legge 210/92. Lo afferma il Codacons, pronto a ricorsi in tribunale qualora, a fronte di un obbligo in capo ai cittadini, non siano previste adeguate misure di ristoro in caso di danni da vaccinazione.

La legge 210 del 1992 riconosce indennizzi ai soggetti danneggiati da complicanze legate alle vaccinazioni obbligatorie – spiega l’associazione – E’ evidente quindi che anche la vaccinazione contro il Covid deve rientrare tra quelle che legittimano il diritto dei cittadini al risarcimento in caso di danni e conseguenze fisiche, e in nessun caso sarà accettabile una esclusione di responsabilità da parte dello Stato, come avviene attualmente con i vaccini anti-Covid.

In attesa che il Governo assuma le decisioni del caso, l’associazione critica lo strumento del Green pass come sistema indiretto per obbligare i cittadini a vaccinarsi.

“Crediamo che campagne mirate per convincere gli indecisi a vaccinarsi siano più utili di strumenti punitivi che creano tensioni sociali e violano le regole costituzionali – spiega il presidente Carlo Rienzi – Non è tollerabile in un paese civile punire il diritto alla paura dei vaccini con il licenziamento dei lavoratori che non dispongono di Green Pass, una barbarie che non a casa sta moltiplicando i ricorsi in tribunale”.

“Qualsiasi misura in tema di salute pubblica deve essere ponderata e tenere conto dei vari interessi in gioco, e il Parlamento non deve dimenticare gli enormi interessi che si celano dietro gli obblighi vaccinali. Basti citare – ricorda Rienzi – il caso dell’ex ministro della sanità Francesco De Lorenzo, condannato dalla Cassazione assieme all’ex direttore generale del servizio farmaceutico nazionale Duilio Poggiolini per aver preso 9 miliardi di lire di tangenti allo scopo di rendere obbligatorio il vaccino e ottenere una revisione dei prezzi dei farmaci più favorevoli all’industria farmaceutica”.