Omicidio Regeni: dalla Cassazione no al ricorso del Pm, resta lo stop al processo

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Resta sospeso il processo ai quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni nel 2016 al Cairo.

Lo ha deciso la prima Sezione penale della corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Roma contro la decisione del gup (e prima ancora dalla Corte di Assise di Roma) che l’11 aprile scorso ha disposto la sospensione del procedimento disponendo nuove ricerche degli imputati a cui notificare gli atti.

Con la decisione della Cassazione si riducono i margini, in base a quanto si apprende, di potere celebrare un processo in Italia sul caso Regeni.

La Procura di Roma, con l’aggiunto Sergio Colaiocco titolare del fascicolo, nel suo ricorso aveva chiesto l’annullamento della decisione dei giudici della Terza Corte d’Assise di Roma che il 14 ottobre scorso, chiamati a decidere sull’assenza in aula degli imputati, avevano dichiarato la nullità del decreto che disponeva il giudizio. La Suprema Corte ha escluso che i provvedimenti dei giudici possano essere impugnati con il ricorso per Cassazione, in quanto non abnormi.

Nel ricorso il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza del Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Roma dell’11 aprile 2022 che disponeva la sospensione del procedimento pendente nei confronti di Tarik Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Usham Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, i quattro 007 egiziani accusati a vario titolo di sequestro di persona, lesioni personali e omicidio in relazione alla morte del ricercatore italiano Giulio Regeni.