“Si è trattato – scrivono i pm – di acquisizioni documentali (…) che non rientravano nella nozione di corrispondenza per cui potevano, così come ha precisato anche la Suprema Corte (…), essere oggetto di sequestro senza previa autorizzazione della Camera di appartenenza”.
Ci sono poi le email e messaggi, risalenti a quando Renzi era già senatore. Tra questi le chat con Carrai, che saranno sfilate dal processo.
Inoltre “i sequestri – continuano i pm – sono stati eseguiti nei confronti di soggetti non legati dal rapporti di parentela” con Renzi, ma “direttamente sottoposti a indagine (Carrai) o ai quali erano riferibili contributi (Manes) a favore della Fondazione, rispetto alla quale lo stesso querelante ha sempre precisato non rivestire cariche formali”.
La questione, secondo i pm genovesi non è dunque se si potevano sequestrare le chat, ma il loro utilizzo nel procedimento Open e su questo, spiegano, deve decidere il giudice di Firenze competente.
(da un art. di M. Grasso e V. Pacelli)



