Orsi in Trentino, le morti “sospette” fanno infuriare gli animalisti: “Fugatti ha responsabilità”

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La carcassa di orso trovata lo scorso autunno a Bresimo era Mj5. Lo ha reso noto la Provincia di Trento, che ha ricevuto dalla Fondazione Mach i risultati delle analisi condotte sui resti del plantigrado, ma ancora non si hanno conferme sulla causa del decesso.

Lo scorso 5 marzo l’orso aveva ferito Alessandro Cicolini, 39 anni, colpito alla testa e a un braccio mentre stava passeggiando con il cane a monte dell’abitato di Pracorno in val di Rabbi, a circa 1.800 metri di quota. In conseguenza di questa aggressione il presidente trentino Maurizio Fugatti aveva emesso un’ordinanza che disponeva l’abbattimento dell’esemplare. Ma prima il Tar e poi il Consiglio di Stato avevano sospeso l’abbattimento. L’ultima udienza si era tenuta alla metà di dicembre. Ora che è stato identificata la carcassa dell’animale viene meno il contenzioso legale, ma tornano a farsi sentire gli animalisti che imputano a Fugatti una responsabilità morale e politica.

Secondo l’Ente Nazionale Protezione Animali, infatti, dietro questi decessi – troppo numerosi e troppo ravvicinati nel tempo per pensare a un evento fortuito – non può che esserci la mano dell’uomo, mossa da un disegno preciso: eliminare i plantigradi del Trentino: “M62, F36 e ora MJ5. Tutti gli orsi che il presidente della PAT aveva in un modo o nell’altro condannato a morte sono effettivamente deceduti. Sono morti in circostanze che non possono essere considerate né misteriose né fortuite.

D’altro canto lo stesso presidente della PAT nei giorni scorsi ha annunciato la presentazione di un disegno di legge regionale per autorizzare il Trentino a massacrare otto orsi l’anno”.

E’ quanto denuncia l’Enpa in una nota. “Come già fatto nel caso di M62 e di F36 – si legge – anche per MJ5 Enpa sta presentando alla Procura della Repubblica di Trento una denuncia per uccisione di animali di specie protetta, ipotizzando un atto di bracconaggio.

L’iniziativa è finalizzata non soltanto a individuare eventuali responsabili per la morte di MJ5, qualora fosse accertato la natura dolosa del decesso – quasi certa, visto il ripetersi di queste situazioni – ma anche ad evitare che la Provincia Autonoma di Trento faccia calare ancora una volta il silenzio su questi fatti. Oltre alla magistratura, l’associazione animalista chiama in causa, con una lettera a Bruxelles, anche la Commissione europea, in considerazione del fatto che i plantigradi godono di un regime di protezione rafforzato, accordato loro dalla direttiva Habitat”.