Se altri automobilisti, che lo hanno visto ferito ed immobile, non avessero chiamato subito i soccorsi, M78 sarebbe potuto morire a causa delle gravi ferite riportate nell’impatto con l’auto. “E’ un atto dovuto – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – perché è impossibile pensare che chiunque abbia investito un orso di quella stazza non si sia reso conto dell’impatto e non abbia riportato danni all’automezzo.
L’investitore ha travolto l’orso M78 e lo ha abbandonato gravemente ferito, probabilmente cosciente di avergli inflitto pesanti lesioni e forti sofferenze, esponendolo al rischio di morte. Ricordiamo che gli orsi sono specie particolarmente protetta e bene indisponibile dello Stato. Confidiamo nelle indagini delle autorità per individuare il colpevole o i colpevoli e ci riserviamo di costituirci parte civile nel procedimento penale”.
“Gli incidenti sulle strade del Trentino in cui rimangono uccisi animali selvatici ed in cui gli automezzi coinvolti subiscono danni rilevanti – continua Carla Rocchi – sono molto frequenti. Una problematica che l’Enpa solleva periodicamente da oltre 10 anni, chiedendo che vengano attuati interventi sperimentati da molto tempo in varie parti del mondo, con effetti risolutivi.



