Oscar Wilde, William Butler Yeats, James Joyce e Samuel Beckett: quattro giganti della scrittura e orgogliosi dubliners

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È un caso, oppure l’aria della città irlandese c’entra qualcosa con la scrittura di questi autori che hanno cambiato a proprio modo le carte in tavola della letteratura stessa?

Per il Natale del 1888 Wilde invitò Yeats a pranzare da lui e lo trattò con grande cordialità; da parte sua Yeats fece circolare una dichiarazione a sostegno di Wilde nei giorni del processo per atti contrari alla decenza.

Qualche anno dopo Yeats si alzò all’alba per andare a prendere Joyce alle sei alla Euston Station di Londra, gli offrì la prima cola­zione e condusse il giovane di redazione in redazione per procurargli un impiego. In seguito troviamo Joyce in un ospedale, seduto con silenziosa sollecitudine al capezzale di Beckett che era stato accoltellato.

E Beckett al primo incontro con Yeats ha la sorpresa e il piacere di sentirsi citare con approvazione dal vecchio maestro alcuni versi di una propria poesia, “Whoroscope”.

Oltre agli incontri di carattere personale, Ellman (primo statunitense a ottenere la cattdra di letteratura inglese a Oxford) approfondisce affinità e divergenze delle opere e delle poetiche di questo “quadrumvirato”.

La ricerca di alcune tematiche provocatorie in Wilde e il rapporto tra materia e spirito in Yeats, alcuni comportamenti libertini nella vita di Joyce (tutti volti alla creazione, ovviamente) e le assonanze che ne derivano. Oppure l’utilizzo della lingua, che sia la “neolingua” del Finnegans Wake o il francese utilizzato da Beckett utilizzato per essenzializzare prosa e versi in quanto differente dalla sua lingua madre.

E poi un confronto tra i nullafacenti nobili di Wilde e i nullafacenti disoccupati di Beckett. Una lettura di Wilde, Yeats e Joyce non ci prepara all’arrivo di Beckett. Ma una volta che entra in scena non possiamo fare a meno di riconsiderare gli scrittori che lo precedettero. Tutti lasciarono Dublino per Parigi, Londra o Oxford, da poco più che ventenni, ma rimasero “gente di Dublino” e se questa rilettura è un modo per riscoprire il loro fascino, allora viva il lavoro di Ellman.

Richard Ellmann è stato un critico letterario americano, biografo e autore di un monumentale saggio su Oscar Wilde (vincitore del National Book Award nel 1959), una delle più acclamate biografie letterarie del XX secolo. È stato il primo americano a occupare la cattedra di Letteratura inglese a Oxford, dal 1970 al 1984.