PAC, CONDIZIONALITA’ SOCIALE E CAPORALATO

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E’ stato raggiunta l’intesa tra Consiglio e Parlamento UE sui punti più controversi della PAC

Ecoschemi, condizionalità sociale, GAEC, tetto massimo ai sussidi per azienda. Le associazioni ambientaliste denunciano uno scarso coraggio nella lotta contro i cambiamenti climatici e una sostanziale inadempienza rispetto agli obiettivi dello European Grean Deal.

Riguardo alla condizionalità sociale la riforma della PAC indica una serie di misure per assicurare che i fondi comunitari non finiscano a quelle aziende che violano i diritti dei lavoratori fornendo perciò un ulteriore strumento di deterrenza rispetto al fenomeno del caporalato. Su questo punto, il Consiglio aveva espresso la sua contrarietà invocando l’esistenza di 27 legislazioni diverse in materia di lavoro e l’inutilità di duplicare i controlli.
La proposta di compromesso, accettata dalle parti è decisamente al ribasso e stabilisce che dal 2023 al 2025 l’applicazione della condizionalità sociale sia solo volontaria.

Diventerà obbligatoria per tutti dal 2025, ma nel frattempo la Commissione dovrà monitorare l’impatto di questa misura nei paesi dove viene applicata e produrre uno studio, sulla cui base si valuterà se fare delle correzioni.
Ci adopereremo nelle sedi opportune affinché la condizionalità sociale della PAC venga applicata dal nostro Paese e scongiurare per sempre i casi di braccianti morti di fatica che in questi giorni offuscano le cronache riportandoci indietro di decenni nel rispetto dei diritti dei lavoratori agricoli.

Elena Fattori