Papa Francesco invita alla lotta contro il lavoro schiavistico

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Ma la grande stampa e le Tv parlano soprattutto del suo telefonino.

“La dignità delle persone, oggi, viene troppo spesso e facilmente calpestata con il «lavoro schiavo», nel silenzio complice e assordante di molti. Lo avevamo visto durante il lockdown, quando tanti di noi hanno scoperto che dietro il cibo che continuava ad arrivare sulle nostre tavole c’erano centinaia di migliaia di braccianti privi di diritti: invisibili e ultimi – benché primi! – gradini di una filiera che per procurare cibo privava molti del pane di un lavoro degno. Sono tanti gli umiliati e gli offesi di oggi, ma chi dà a loro voce? Chi li rende protagonisti, mentre soldi e interessi spadroneggiano? La cultura non si lasci soggiogare dal mercato».
«Abbiamo bisogno di una denuncia che non attacchi le persone, ma porti alla luce le manovre oscure che in nome del dio denaro soffocano la dignità dell’essere umano. E’ importante denunciare i meccanismi di morte, le “strutture di peccato”. Ma denunciare non basta. Siamo chiamati anche al coraggio di rinunciare. Non alla letteratura e alla cultura, ma ad abitudini e vantaggi che, oggi dove tutto è collegato, scopriamo, per i meccanismi perversi dello sfruttamento, danneggiare la dignità di nostri fratelli e sorelle. È un segno potente rinunciare a posizioni e comodità per fare spazio a chi non ha spazio. Dire un no per un sì più grande. Per testimoniare che un’economia diversa, a misura d’uomo, è possibile».
Così Papa Francesco, sollecitato ad intervenire dallo scrittore Maurizio Maggiani, sul caso del “lavoro schiavistico” alla Grafica Veneta, la stamperia che utilizzava lavoratori pakinistani servendosi di un’organizzazione che usava la violenza per soggiogarli e intimidirli, costringendoli al lavoro per 12 ore al giorno.
Purtroppo come dice lo stesso Papa Francesco non è certo un caso isolato. I fatti di cronaca vi mostrano da tempo la vastità di un mondo del lavoro caratterizzato da forme di sfruttamento schiavistico.
Il Parlamento deve intervenire definendo e punendo meglio questo tipo di reato, ma anche togliendo ogni alibi a chi usa il lavoro schiavistico.
All’imprenditore veneto che si lamentava di essere vittima per non riuscire a trovare manodopera a 1400 euro al mese la risposta l’ha data una consigliera regionale, Elena Ostanel, invitandolo ad assumere subito direttamente i lavoratori pakistani sfruttati.

Enrico Rossi