Paragone: “Abbiamo abboccato tutti alla storia degli sprechi nella sanità, adesso ci accorgiamo che era sbagliato”

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Gianluigi Paragone, senatore del Gruppo Misto, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Riguardo i flash mob sui balconi. “L’allegria di questi giorni è un infantilismo normale. E’ il rinculo della paura. Noi stiamo vivendo la paura, data dalla quarantena, dall’isolamento, dal timore di qualcosa che non conosciamo. Io ho fatto lo scout ed eravamo preparati a stare nei boschi di notte, cantavamo per farci forza ma avevamo paura del buio.

Il balcone e le finestre sono la proiezione di quella piazza che ci viene a mancare. E’ un infantilismo normale in questa situazione. Anche io ho fatto un video citando lo shampoo di Gaber. Tutti cantiamo un po’ da cinciallegri. Poi ci sono delle canzoni di autori italiani che hanno saputo consegnarci anche degli scherzi come la canzone di Gaber, ma dentro quello scherzo c’era la messa a fuoco di un momento preciso. Possiamo approfittare del tempo per recuperare questi grandi artisti e leggerci dei libri”.

Quando l’emergenza sarà finita ne uscirà un Paese migliore? “Non credo, perchè la ricostruzione sarà ancora la ricostruzione del proprio particolare. Tutti dovranno recuperare le macerie del proprio che viene a crollare. L’inganno della modernità è far finta di vivere il senso comune. Viviamo una comunità virtuale perchè abbiamo dimenticato come si fa la comunità reale. Ci sarà un’emergenza economica, di bilanci familiari e lì scopriremo molte cose. Abbiamo abboccato tutti alla storia degli sprechi nella sanità, adesso ci accorgiamo che la programmazione era sbagliata, che la sanità pubblica deve essere fatta di gente in esubero, lo Stato deve andare a debito perchè deve essere pronto all’imprevedibile.

Adesso gli ospedali li chiamiamo aziende ospedaliere. Portare l’acqua o la luce in un paese di montagna è compito dello Stato ed è certamente un compito che va in rosso. Sulla sanità deve essere la stessa roba. Adesso che vedi la morte in faccia tutti vogliono più medici. Soltanto Marattin non vede i tagli che ci sono stati. Adesso noi pagheremo un prezzo che è superiore rispetto ai tagli che sono stati fatti. Adesso andiamo a prendere quelli che sono andati in pensione, i giovani non ancora laureati. Quando allo Stato non è consentito di fare lo Stato ecco che a quel punto lo Stato è ammaccato.

La sfida sarà tra lo Stato e il metaStato (lo Stato multinazionale), in mezzo non si può stare, dobbiamo scegliere. Non capisco perchè oggi non si metta l’esercito a presidio delle stazioni per impedire l’esodo da nord e sud. Il fanciullo immaturo che è in noi tende ad andare verso i cari, ma ci vuole qualcuno di più forte che ti prenda a calci nel culo e ti dice che non puoi e questo lo può fare solo lo Stato”.

Sui decreti economici. “C’è bisogno di uno Stato che batta moneta. Tutti capiranno che l’Euro sta all’economia come il digitale terrestre sta all’innovazione tecnologica. L’Euro è una non moneta. Gualtieri non ha capito cosa accadrà fra 3 mesi, non ci sarà tutta la pazienza che c’è oggi. Se lo Stato si presenta con le sue scartoffie e la sua burocrazia, impedendo alla gente di ripartire, ci sarà un atto di ribellione.

Non possono bastare le conferenze stampa la sera, gli interventi di Gualtieri che dice che ce n’è per tutti? Non ce n’è per tutti, con quei 4 soldi che hanno messo lì. Quello che ha detto Lagarde dovrebbe bastare a far capire che l’UE è la più grande truffa politica e ideologica attualmente in corso. Lagarde è un’inadeguata, una dilettante e Gualtieri è riuscito a fare il lecchino dello Stato nonostante Mattarella avesse criticato Lagarde.

Il M5S quando si è presentato alle elezioni aveva un programma chiaro, ma non me ne frega più nulla di fare polemiche. Qualcuno mi dice: unisci le voci in dissenso verso l’Europa e provate a costruire un consenso. Questo accadrà. L’ho fatto prima in tv, lo faccio adesso in politica in solitudine, poi vediamo se ci sarà la possibilità di creare qualcosa da