Paragone: “Voglio rientrare nel M5S”

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Io voglio rientrare nel Movimento 5 Stelle e chiedere il rispetto del programma”. Gianluigi Paragone, senatore espulso dal M5S, si esprime così nello studio di Un giorno da pecora. “Mi siedo sempre nei banchi del M5S, non ho ancora un posto nel Misto. C’è stato un atto formale del Movimento che ha deciso l’espulsione, io ho presentato ricorso. Come mi sento? Un po’ un emarginato… Ho fatto appello al collegio dei garanti, si tratta del secondo grado. Il collegio è formato dal viceministro Cancelleri, dal sottosegretario Crimi e da Roberta Lombardi. Io voglio rientrare nel Movimento 5 Stelle e chiedere il rispetto del programma”, ripete.

“Ho fatto lo sbruffone? Non è che l’ho fatto, io sono uno sbruffone. Mi sono divertito? Ma non è mica finita, abbiamo ancora tante cose da dire. Sono espulso ma resto parlamentare, rimarrà agli atti la mia polemica sul Mes che secondo il programma del M5S dovrebbe essere superato”, afferma ancora. A chi ipotizza un suo approdo nella Lega, replica: “Voglio continuare a rompere le scatole al Misto”.

Paragone: “Ecco cosa mi ha detto Di Battista”

“Io e Alessandro siamo assolutamente amici. Lui dice che sta con Di Maio? Fa benissimo, io sono un espulso dal Movimento. Lui non è stato espulso”. Gianluigi Paragone, senatore espulso dal M5S, recentemente ha ricevuto un pubblico attestato di stima da Alessandro Di Battista.

“Quello che ha detto privatamente a me coincide con quello che ha detto pubblicamente. Mi ha detto ‘le tue battaglie antisistema mi piacciono perché sono le nostre battaglie. Anche tu, Para, hai un bel carattere di merda’… Anche mia mamma dice che ho un carattere così”, aggiunge a Un giorno da pecora.

“Sento Di Battista? Ci messaggiamo… Vogliamo fare uno spettacolo a teatro? I colleghi giornalisti mi chiedono e io rispondo… Alessandro non sapeva nulla, mi chiede: ‘Ma lo facciamo?’. ‘Ma non è vero, non facciamo nulla’… Oggi? Facciamo una squadra di calcio. Fondiamo un partito insieme? Lo facciamo il 32 febbraio, ora esce un’agenzia…”, ironizza.

Secondo Di Battista, il Movimento ha raggiunto risultati che inseguiva da 20 anni: “Reddito di cittadinanza, decreto dignità e Quota 100 sono stati raggiunti con un governo”, dice evidenziando la differenza tra l’esecutivo M5S-Lega rispetto a quello attuale M5S-Pd. “Sono un massimalista? Sì, sono un integralista. Non ho mai detto di essere predisposto per governare. Avevo detto che sarei stato disposto a votare la fiducia a questo esecutivo se il ministero dell’Economia fosse stato assegnato a una figura come Fassina o Brancaccio, un esponente di sinistra critico nei confronti di Bruxelles”.