#Pensioni: Damiano (Pd), risparmi consentono il rinnovo dell’Ape sociale

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Cesare Damiano (Pd), ex ministro del Lavoro, difende l’Ape sociale e si rivolge al sottosegretario Claudio Durigon (Lega). “In una intervista al sito ‘ Pensioni per tutti ‘ – scrive Damiano – il sottosegretario Claudio Durigon ha affrontato in modo ampio e dettagliato il tema delle pensioni. Io mi voglio soffermare su un punto che mi sta particolarmente a cuore, quello dell’#ApeSociale. E’ una misura che abbiamo fortemente voluto, di significativo impatto sociale, anche se ha dovuto fare i conti con le limitate risorse messe a disposizione nella passata legislatura dal #Governo. Un obiettivo e’ stato centrato: mandare in pensione anticipata i lavoratori che svolgono lavori particolarmente gravosi o che soffrono situazioni di disagio, ad esempio a causa di un licenziamento. In questo caso bastano 30 anni di contributi e 63 anni di eta’. In altri casi, i lavori gravosi, i contributi richiesti arrivano a 36 anni. Durigon, onestamente – aggiunge Damiano – riconosce ‘la forte valenza sociale’ di questa misura, ma conferma che scade alla fine dell’anno e che ci sarebbero problemi di costi per renderla strutturale”. “Facciamo notare – sottolinea Cesare Damiano – che, anche nel caso dell’Ape, si sono verificati significativi risparmi che ne consentirebbero il prolungamento. Sarebbe grave se il governo eliminasse questa misura perche’ #Quota100 coinvolge soltanto coloro che hanno un’alta contribuzione, 38 anni, a seguito di una carriera lavorativa stabile. Verrebbero tagliati fuori i piu’ svantaggiati: le donne con contribuzione piu’ bassa e chi svolge lavori discontinui e gravosi. Mantenere, nel sistema pensionistico, un principio in base al quale chi svolge lavori usuranti e gravosi ha diritto di andare prima in pensione, e’ una scelta di civilta’ per noi irrinunciabile. Del resto, e’ ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica che chi svolge lavori pesanti, di solito anche piu’ pericolosi, ha una aspettativa di vita piu’ breve”, conclude Cesare Damiano.