PER LA DESTRA TUTTO SI PUÒ VENDERE. IN SARDEGNA LA GIUNTA DI SOLINAS HA INIZIATO DALLE COSTE

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La giunta regionale sarda, guidata dal leghista Christian Solins, il 13 luglio scorso, ha approvato una leggina interpretativa che tenta di scardinare dall’interno il Ppr, il piano paesaggistico regionale voluto nel 2006 dal governatore Soru, che ha finora impedito l’assalto ai 582 chilometri di costa. L’allarme è partito subito dalle associazioni ambientaliste che hanno ribattezzato la norma “Scempia coste”. Presentato come utile ai fini dello sblocco dei lavori perenni sulla super strada Sassari – Olbia, il provvedimento punta a escludere il Mibact dalle decisioni relative la fascia costiera, in nome della tanto sventolata autonomia travalicando però di gran lunga i confini dello statuto speciale e finendo con l’invadere l’area di competenza dello Stato. E lo Stato infatti si è mosso attraverso il Consiglio dei Ministri che ha sollevato conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale. In attesa della pronuncia della Consulta, però, la norma potrebbe comunque provocare effetti nefasti portando tanti comuni a non adeguare i propri piani urbanistici alla legge ambientale regionale o a fare ricorso al Tar per tenersi le mani libere. Purtroppo infatti la Sardegna il nemico ce l’ha in casa, con gli amministratori locali da una parte, che tentano di comprare consenso dando in pasto all’edilizia i loro tesori, e dall’altra parte lo Stato, che mira a difendere le coste e i beni comuni. Sembra un paradosso clamoroso che meglio si legge guardando i dati sulla disoccupazione: il 15% della popolazione dell’isola è senza lavoro (contro una media Ue del 6,7%) con punte del 40% tra i giovani. Allora proviamo a rilanciare un nuovo modello di sviluppo anche nel turismo, che aiuti le imprese locali e valorizzi il territorio, contrastiamo i grandi gruppi del cemento che vogliono divorare bulimicamente il paesaggio, immaginiamo soluzioni alternative integrate nell’ambiente. Pensiamo ad un sistema di sviluppo sostenibile e che continui a produrre benessere nel tempo. E quale miglior investimento in natura, cultura e in definitiva in bellezza, di cui l’intero Paese è ricco, grazie anche a quanto lasciatoci in eredità dai nostri padri? Noi ci mettiamo l’impegno al governo. Purtroppo affidando le regioni e i comuni a governi di destra non ci si può lamentare se poi questo è lo sviluppo che propongono. Loro sono “liberisti” e per lori i beni comuni non esistono. Per la destra i beni sono fatti per produrre ricchezza. Per loro tutto dovrebbe essere in vendita: mari, fiumi, acqua e fra un po’ persino l’aria. Tanto hanno già permesso che in nome del Dio denaro in molte parti del Paese gli uccelli non riescano ad alzarsi in volo…. Anzi proprio non ci sono più!!