Petrolio, Brent crolla sotto 19 dollari al barile: è il prezzo più basso dal 2002

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Il Cremlino ha riferito che il crollo del prezzo del petrolio è una questione puramente speculativa legata solamente al mercato.

Il prezzo del marchio petrolifero Brent ha registrato un calo verticale pari al 28% del suo valore, scendendo al di sotto della soglia dei 19 dollari al barile, per la cifra più bassa dal febbraio 2002.

Tonfo registrato anche dal WTI, i cui futures di giugno alla borsa di New York sono crollati del 41% fino alla cifra di 11,89 dollari al barile

La nuova caduta dei prezzi sui futures del greggio arriva a meno di 24 ore dai cattivi risultati registrati per quelli di maggio: ieri, infatti, in chiusura di contrattazione il prezzo del WTI ha toccato il valore record di 37,63 dollari al barile, ma in campo negativo.

Nel corso della sua conferenza stampa il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che si tratta di un momento puramente speculativo:

“Ieri sono caduti i prezzi per i contratti futures di maggio, i prezzi del petrolio sono andati in negativo. Per quanto riguarda questo caos dei futures, è una questione puramente speculativa, legata al mercato e alla fine della data di negoziazione dei futures di maggio”.
Situazione sul mercato petrolifero

Nella situazione di diffusione del Coronavirus, che ha colpito più di 2,4 milioni di persone in tutto il mondo, la maggior parte dei Paesi hanno messo in quarantena i propri Stati, hanno chiuso i confini e posto restrizioni sugli spostamenti dei propri cittadini.

A questo proposito, la domanda di petrolio è diminuita e, a marzo, gli Stati membri dell’OPEC+ non hanno esteso i loro accordi di produzione: la Russia ha insistito sul mantenimento delle condizioni attuali, mentre l’Arabia Saudita intendeva ridurre ulteriormente lo sviluppo di un milione e mezzo di barili al giorno.

Di conseguenza, i prezzi del petrolio sono più che dimezzati dall’inizio dell’anno e hanno infranto i record di 18 anni fa.

Nelle ultime settimane, sono riprese le trattative in vista di una nuova riunione OPEC+. I paesi membri dell’organizzazione hanno accettato di ridurre la produzione di 9,7 milioni di barili al giorno dopo una videoconferenza il 12 aprile. Tuttavia, come hanno riferito gli analisti dell’Agenzia internazionale dell’energia, l’accordo OPEC+ non è in grado di compensare il calo della domanda nel mondo, ma può portare all’inizio di una riduzione delle scorte nella seconda metà dell’anno.