Piano Aria Emilia-Romagna. La Regione investe su salute e qualità dell’aria

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La commissione Politiche per la Salute ha analizzato le misure per il contenimento dell’inquinamento. Andrea Costa (Pd): “Tuteliamo la salute dei cittadini, prevediamo incentivi e non sanzioni”. Emiliano Occhi (Lega): “Bisogna tenere presente problemi di industria e imprese”

Oltre 150 milioni di euro di investimenti per tutelare la salute dei cittadini migliorando la qualità dell’aria, riducendo inquinamento e smog. Obiettivo finale: far risparmiare alla sanità regionale oltre 637 milioni di euro visto che la maggiore tutela ambientale dovrebbe portare a minori patologie dovute allo smog. Disco verde della commissione Politiche per la Salute presieduta da Ottavia Soncini alle osservazioni al prossimo Piano dell’Aria (PAIR 2030), la misura proposta dalla giunta per ridurre gli effetti dell’inquinamento.
“Per l’Oms l’inquinamento atmosferico è al quarto posto come motivo di malattia e morte e il primo tra quelli di tipo non individuale”, spiega il relatore di maggioranza Andrea Costa (Pd) che ricorda come “ci poniamo l’obiettivo di una forte riduzione degli agenti inquinanti entro il 2030 (-13% del Pm10, – 29% ammoniaca, – 13% di zolfo, calo di polveri sottili e altre fonti di inquinamento): il Piano aria investe 154 milioni di euro sapendo che questo significa una riduzione di 640 milioni di euro di costi per curare le patologie collegabili all’inquinamento. Questo numero è il frutto dello studio dei benefici prodotti dal precedente Piano aria”.
Costa ricorda come “agiamo con un percorso graduale da oggi al 2030 e prevedendo di passare dalla logica del divieto a quella dell’incentivo”. 
“Questo Piano aria è anche frutto di quello che prevedono le direttive europee, nessuno di noi nega le evidenze scientifiche tra la qualità di aria e gli inquinanti in essa presente e la salute dei cittadini, ma assistiamo a un continuo aumento dell’aspettativa di vita e che la qualità dell’aria negli ultimi 30 anni è migliorata: questo ci porta a dire che ogni nuova scelta in materia di Piano aria debba essere fatta a “impatto neutrale” sulle condizioni tecnologiche della nostra società”, spiega il relatore di minoranza Emiliano Occhi (Lega), per il quale “il Piano aria individua degli obiettivi da raggiungere, ma non tiene conto del fatto che dobbiamo non solo fare i conti con la qualità della vita, ma anche con quello della produzione economica alle prese con una forte competizione internazionale. Il rischio è quello di penalizzare le nostre imprese e la nostra agricoltura”.
Il relatore di minoranza Emiliano Occhi (Lega) ha sottolineato come “il PAIR 2030 ha scelto di combattere un nemico (il particolato) disinteressandosi di tutto il resto, soprattutto della competitività strategica dei nostri settori produttivi, per non parlare delle forti disparità introdotte tramite le stringenti limitazioni imposte alla mobilità privata. Il Piano è una camicia di forza imposta da un’Unione europea in preda a visioni miopi e unidirezionali che costringono la politica regionale e italiana a dibattere un tema che non è più nella propria piena potestà decisionale”.
“Gli obiettivi del Piano aria sono molto rilevanti e fortemente intrecciati con la tutela della salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente”, spiega Marilena Pillati (Pd) che ricorda come “è giusto dire che il Piano deve avere obiettivi raggiungibili e questo piano li ha”. “Questo piano tutela la salute dei cittadini a partire da chi è più è esposto come bambini e persone con fragilità. Partire da questi temi rende anche più efficace spiegare ai cittadini i motivi delle nostre scelte”, sottolinea Lia Montalti (Pd).
“Condivido quanto detto dal relatore di minoranza Occhi e allo stesso tempo mi domando in che modo siano stati calcolati i risparmi di oltre 600 milioni di euro nel settore sanitario di cui ha parlato il relatore di maggioranza Andrea Costa”, spiega Daniele Marchetti (Lega) che a sostegno dei suoi dubbi ricorda come “sui registri tumori, specie in provincia di Bologna, ci è stato detto che ci sono ritardi nell’aggiornamento dei dati”.
(Luca Molinari)