Pio Albergo Trivulzio, falsi positivi, falsi negativi

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Al momento gli ospiti del Pio Albergo Trivulzio sono 727, dopo la strage della scorsa primavera e le denunce dei lavoratori sulle poco sicure condizioni di lavoro e di gestione dei pazienti, i nuovi amministratori e responsabili sanitari sono corsi ai ripari. Dispositivi di protezione individuali per tutti, controlli a tappetto e screening periodici su personale e assistiti. Bene si dirà, certo ma qualcosa sembra non aver funzionato.

Ogni 15 giorni tamponi per tutti, e questo risponde anche ad una richiesta avanzata dalla Cgil alla regione per tutte le Rsa del territorio, e fino ad ora tutto è proceduto serenamente. Da un paio di settimane, il Pat ha deciso non valersi più del laboratorio del Policlinico (struttura pubblica) e di rivolgersi ad una struttura privata. Risultato alla prima tornata di tamponi realizzata da questo nuovo laboratorio scatta l’allarme. Tra i tamponi dei pazienti danno esito positivo in 41, mentre tra quelli dei dipendenti i positivi sono ben 64. Il presidente della Regione Fontana mette le mani avanti e dice a RadioAnchio commentando i dati del Trivulzio: “Nelle Rsa si stanno ripetendo rischi in tutta Italia. Appena si è alzato il livello di contagio abbiamo chiuso tutte le porte, nelle Rsa nessuno può entrare ma purtroppo i dipendenti involontariamente portano il virus all’interno”.

Ma è proprio così? Qualche sospetto che i dati non fossero esatti devono averlo avuto anche al Pio Albergo, tant’è vero che è stato chiesto al laboratorio del Policlinico per “cortesia inter-aziendale” di sottoporre a nuovo tampone gli ospiti e il personale risultati positivi. Ebbene dei 41 pazienti sottoposti a nuovo tampone solo 1 è davvero positivo e si attende l’esito del nuovo screening sui 64 operatori. Al momento, quindi, su 727 pazienti del Trivulzio ne risultano positivi 7 pari allo 0,96% del totale. Certamente una buona notizia, ma la domanda che ci poniamo è: era proprio necessario abbandonare la via nota del laboratorio del Policlinico, per quella ignota del laboratorio privato?

Certo è che il clima all’interno dell’Istituto non è dei migliori. “Siamo passati dall’invito rivolto ai dipendenti a non indossare le mascherine per non spaventare i ricoverati – ci dice Elisabetta Guarneri segretaria della Fp Cgil di Milano – ai controlli a sorpresa per cogliere in fallo i dipendenti. Con un accanimento particolare nei confronti dei delegati sindacali che in primavera denunciarono le disfunzioni tanto che più di uno si è visto inviare al consiglio di disciplina fino a 4 volte per ragioni insussistenti. Un atteggiamento punitivo non solo sbagliato, ma quasi irresponsabile in momento di emergenza come quello che stiamo vivendo”.                                                                                                                             Roberta Lisi