Pnrr: una cabina di regia per Torino

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Regione Piemonte, Città di Torino, Città Metropolitana, Università e Politecnico di Torino hanno deciso di costituire una cabina di regia per pianificare gli interventi nell’ambito del Pnrr che interesseranno il territorio metropolitano con le modalità più appropriate per garantire il rispetto delle stringenti regole imposte dall’Europa.

L’organismo intende essere uno strumento di raccordo nell’accompagnare tutta la programmazione ordinaria e straordinaria fino al 2026. Obiettivi dichiarati: evitare duplicazioni e sprechi, ma anche aiutare gli enti e le amministrazioni minori facendo opera di informazione e sburocratizzazione.

“Viviamo oggi un momento storico, nel bene perché le risorse che abbiamo per ripartire non ci sono mai state, e nel male per via della pandemia. Dobbiamo da un lato gestire l’emergenza sanitaria, e dall’altro ripartire – ha dichiarato il presidente Alberto Cirio – Bisogna non solo saper fare scelte di prospettiva, quelle che devono cambiare un Paese, una città, un territorio, ma anche saperle fare insieme. Da questa considerazione nasce la giornata di oggi”.

“Primo esempio in Italia di questo tipo – ha poi detto Cirio – la cabina di regia la chiameremo ‘unità di missione’ per dare ancora più concretezza. In una prima fase, la scorsa primavera, avevamo censito i progetti sulla base dei desiderata dei territori, ora dobbiamo fare una selezione in modo che le risorse vengano indirizzate verso missioni condivise, che possano davvero creare occupazione e ricchezza. Dato che i soldi non li regala nessuno, il Paese verrà chiamato a restituire queste risorse. E noi sapremo farlo solo nella misura in cui le avremo investite non per fare nuova spesa ma per creare occupazione e ricchezza.

Il Pnrr del Piemonte prende vita nelle sue declinazioni principali, quelle che a Roma chiamano i progetti bandiera: l’aerospazio, che abbiamo già presentato, l’idrogeno, al quale stiamo lavorando, l’area di crisi complessa a Torino. Grandi direttive che ci permetteranno di investire bene per scaricare a terra gli effetti di queste risorse. Soprattutto bisogna farlo in fretta, perché i soldi scadono, e i soldi che scadono vanno agli altri Paesi d’Europa”.