Pnrr versus burocrazia: 600 procedure da snellire

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Il nostro Paese deve istituire uno nuovo sport nazionale: semplificare, semplificare, semplificare.

La semplificazione è la bussola per il cambiamento dell’Italia, la condizione necessaria per aprire la strada alla digitalizzazione e all’interoperabilità delle banche dati. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ci offre la possibilità irripetibile di affrontare e vincere le sfide per portare l’Italia nel futuro, a partire da una Pubblica amministrazione potenziata e qualificata, vettore di sviluppo. Possiamo e dobbiamo farlo insieme”.

Queste le parole del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenuto alla riunione del Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e coordinato dal presidente del Cnel, Tiziano Treu.

Al Tavolo permanente, che ha funzione consultiva nelle materie connesse all’attuazione del Pnrr, prendono parte i rappresentanti delle parti sociali, del Governo, delle Regioni, delle Province autonome, degli Enti locali, di Roma capitale, delle categorie produttive e sociali, del sistema dell’università e della ricerca, della società civile e delle organizzazioni della cittadinanza attiva.

“Stiamo lavorando all’individuazione, semplificazione, reingegnerizzazione e digitalizzazione di 600 procedure amministrative”, ha continuato il ministro. “Nel Pnrr abbiamo già individuato nove cluster, gli ambiti d’intervento all’interno dei quali ci muoveremo: ambiente, appalti, comunicazioni, commercio, edilizia, energia, pubblica sicurezza, salute e turismo. Nelle prossime settimane lanceremo una consultazione pubblica aperta a cittadini e imprese.

Il vostro contributo sarà essenziale per individuare le procedure con maggiore impatto su cui intervenire sin da subito” afferma Brunetta. “In questi mesi di intenso lavoro – ha affermato Brunetta – abbiamo rimesso al centro il capitale umano pubblico e realizzato gran parte di quel nuovo alfabeto della Pa – A come accesso, B come buona amministrazione, C come competenze e D come digitalizzazione – che avevo individuato nelle mie linee programmatiche illustrate in Parlamento il 9 marzo. Lo abbiamo fatto anche grazie al Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, siglato a Palazzo Chigi con i sindacati il 10 marzo, che ci ha permesso di accompagnare le riforme con il rinnovo dei contratti, linfa del cambiamento”.