Ad evidenziare questi dati è stata il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che ieri a Palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, ha partecipato al convegno “Immigrazione, integrazione, futuro.
Corridoi umanitari e rinascita sociale in Italia”.
Dopo il saluto istituzionale dell’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Francesco Di Nitto, alla presenza del nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) cardinale Matteo Maria Zuppi, sono intervenuti il Direttore Generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie – ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Maria Vignali, il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, il presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia Daniele Garrone, e l’autore del libro “Porte aperte. Viaggio nell’Italia che non ha paura” Mario Marazziti.
Nel suo intervento, Lamorgese ha focalizzato sui punti di forza di questa tipologia di approccio al fenomeno migratorio: i corridoi sono un importante strumento di tutela della sicurezza e della legalità; creano uno schema che rompe il modello di business dei trafficanti di esseri umani; sono uno strumento di protezione e di solidarietà internazionale.
“Ma vi è un ulteriore e fondamentale aspetto che l’esperienza dei corridoi umanitari valorizza”, ha precisato il ministro. “Mi riferisco al legame che si instaura tra chi accoglie e chi è accolto, tale da far cadere ogni velo di diffidenza e paura, ribaltando così, in senso positivo, la narrazione che accompagna il fenomeno migratorio”.
In tale contesto, l’Italia continua a essere un punto di riferimento a livello europeo. “Oggi stiamo profondendo ogni sforzo per riaffermare in tema di migrazione uno dei principi fondanti dell’Unione, quello della solidarietà tra gli Stati membri”. Ne è esempio – ha ricordato – l’approvazione, il 10 giugno scorso, in occasione del Consiglio Affari interni dell’Unione europea in Lussemburgo, del pacchetto attuativo della prima fase dell’approccio graduale in materia di migrazione e asilo, comprendente un meccanismo di solidarietà per aiutare gli Stati membri di primo ingresso.
“Abbiamo raggiunto finalmente quell’equo bilanciamento tra i principi di solidarietà e di responsabilità che da sempre rappresenta l’asse portante della posizione italiana in materia di governance migratoria a livello europeo”.


